Inviati ad alcuni ospedali nel giorno del suo onomastico

Respiratori e materiale sanitario in regalo dal Papa

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24 aprile 2020

Respiratori e altro materiale sanitario, mascherine e occhiali protettivi per medici e infermieri, e tute per le terapie intensive: questi i doni che Papa Francesco ha fatto ad alcuni ospedali europei giovedì 23 aprile, in occasione della memoria liturgica di san Giorgio martire, sua festa onomastica. Beneficiari, il nosocomio della città di Suceava, focolaio del coronavirus in Romania, quello italiano di Lecce e la capitale spagnola Madrid.

«Un segno bellissimo che cade in questo giorno particolare nel quale il Santo Padre non riceve un regalo ma lo dona agli altri»: così il cardinale elemosiniere Konrad Krajewski ha commentato la decisione del Pontefice, definendola «un abbraccio del Papa in una situazione difficile per tutto il mondo».

Nella piccola città romena — che si trova a nord est, nella regione più povera del Paese e dell’Unione europea — si conta quasi il 25 per cento del totale dei contagi a livello nazionale. In Romania le vittime sono più di cinquecento e i positivi circa diecimila. I cinque respiratori polmonari di ultima generazione e tutti i materiali donati da Francesco vengono trasportati con un volo sul quale viaggia anche l’èquipe di undici medici e di sei operatori sanitari che il 7 aprile scorso erano stati inviati dal governo di Bucarest all’ospedale di Lecco per lavorare accanto all’Italia nel momento più duro della battaglia contro il covid-19. Il dono assume un particolare significato per il Paese, nel centenario delle relazioni diplomatiche tra Santa Sede e Romania e nel ricordo del viaggio compiuto dal Pontefice dal 31 maggio al 2 giugno 2019.

Dei tre respiratori destinati a Madrid si occupa la nunziatura apostolica in Spagna, insieme con il cardinale Carlos Osoro Sierra, arcivescovo della capitale. Il Paese è in lockdown fino al 9 maggio e il numero dei contagiati supera i 208.000, con oltre 21.ooo morti.

Due infine i ventilatori polmonari recapitati nel capoluogo salentino di persona dal cardinale Krajewski il 23 aprile all’arcivescovo Michele Seccia. Nel viaggio di ritorno in Vaticano, l’elemosiniere pontificio ha fatto tappa a Napoli per ricevere farmaci destinati ai poveri di Roma. «Come il “caffè sospeso” — ha spiegato il porporato — l’arcidiocesi ha promosso il “farmaco sospeso”; e per ringraziare della vicinanza del Papa, durante l’emergenza coronavirus, sono stati preparati i medicinali» per gli indigenti dell’Urbe. Pochi giorni prima di Pasqua, all’ospedale partenopeo Cotugno erano arrivati direttamente dal Vaticano due ventilatori polmonari, dispositivi sanitari per medici e infermieri e anche uova pasquali.