L’appello dell’organizzazione dopo le accuse di Trump di essere troppo influenzata da Pechino

Oms: «Non politicizzate il virus»

NEW YORK, NY - APRIL 7: A person is escorted into the emergency room at NYU Langone Hospital on ...
09 aprile 2020

Superato il milione e mezzo di contagi nel mondo


«All’interno degli Stati bisogna lottare uniti, il virus può infilarsi tra le fratture della politica. Il focus di tutti i partiti politici deve essere salvare le persone. Non politicizzate questo virus. Se non volete ancora più sacche per i cadaveri, non vi dividete». Non ha usato mezzi termini, ieri, il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Tedros Adhanom Ghebreyesus. Parole, queste, rivolte soprattutto al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che in precedenza aveva criticato l’Oms di essere troppo influenzata dalla Cina e di non avere analizzato in maniera obiettiva i dati che provenivano da Wuhan. Trump ha addirittura minacciato di tagliare i contributi Usa all’agenzia Onu.

«Noi consideriamo tutti alla pari. In che modo la Cina ci avrebbe influenzato?» si è chiesto Ghebreyesus. «Noi rispettiamo e lavoriamo con ogni nazione, cerchiamo di aiutare e capire i problemi di ogni nazione» ha sottolineato ribadendo la necessità «dell’unità per combattere questo pericoloso virus». Stati Uniti e Cina «devono unirsi e lottare contro questo pericoloso nemico insieme. Così il resto del g20, così il resto del mondo. Questo virus è pericoloso, lo abbiamo detto tante volte. Anche la morte di una persona è un disastro».

L’appello dell’Oms a non politicizzare il virus in un momento delicato come questo è stato rilanciato anche dall’Onu. «Questo non è il momento di imparare lezioni», ma «è il momento dell’unità, perché la comunità internazionale lavori insieme in solidarietà per fermare il coronavirus e le sue conseguenze dirompenti» ha dichiarato ieri il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, in una nota. Guterres ha spiegato che «quando avremo finalmente voltato pagina su questa epidemia ci dovrà essere un momento per guardarci indietro e capire come questa malattia è emersa e si è diffusa così rapidamente in tutto il mondo, e come le persone coinvolte hanno reagito alla crisi». Le lezioni apprese «saranno essenziali per affrontare efficacemente sfide simili che potrebbero sorgere in futuro. Ma ora non è quel momento» ha spiegato.

Per quanto riguarda la gestione dell’emergenza, l’Oms chiede di mantenere le misure adottate finora. «È ovvio che continuare con queste misure di contenimento ci può portare all’abbattimento della curva» ha spiegato il vicedirettore dell’Oms Ranieri Guerra. «Sappiamo che siamo in un momento in cui la curva sta diminuendo, ma sappiamo anche che può risalire appena ci sono nuovi focolai». E dunque abbandonare i provvedimenti presi «sarebbe deleterio e vanificherebbe tutti i sacrifici e le misure prese finora». Uscire dal lockdown sarà possibile prevedendo una «riapertura a fasi, ma solo se sono garantiti dei requisiti minimi» come, ad esempio, «la capacità di identificare con assoluta certezza entro 24-36 ore la casistica sospetta, con una presenza pervasiva sul territorio». Il bilancio, in continuo aggiornamento, parla di oltre un milione e mezzo di persone contagiate dal coronavirus nel mondo, stando ai dati della Johns Hopkins University, secondo cui i morti sono arrivati a 87.706. Per il secondo giorno consecutivo, nonostante le misure di sicurezza, gli Stati Uniti hanno registrato quasi 2000 vittime in 24 ore.