Il sogno di un cinema anche per non udenti

Oltre il suono delle voci

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04 aprile 2020

Quante volte abbiamo preferito rimanere a casa a guardare un film piuttosto che uscire, fare la fila, contrattare con il botteghino per accaparrarci i posti migliori, cercare di ignorare, trattenendo l’acquolina in bocca, il profumo proveniente dalla teca dei popcorn, per poi sederci su quelle poltrone imbottite — vecchie o nuove che siano, sempre più scomode del nostro divano — e, finalmente, alienarci un paio d’ore dalla vita reale. Negli ultimi anni le sale cinematografiche — ormai in declino e démodé rispetto alle più accessibili piattaforme di streaming a pagamento — hanno registrato un calo vertiginoso dell’affluenza. Eppure oggi, confinati nelle nostre case, la sola idea di andare al cinema ci sembra un sogno.

In questa situazione sembriamo essere più consapevoli dei nostri privilegi — o meglio, di quelli che avevamo fino a qualche giorno fa — e, forse, per questo ora ci risulta meno difficile comprendere cosa significhi esserne privati. Assistere a una proiezione cinematografica per alcuni è un’azione banale, come prendere un aperitivo al bar, per altri, invece, rappresenta ancora un grande sogno nel cassetto. La maggior parte delle sale italiane, infatti, non prevede la proiezione di film accessibili a un pubblico non udente, e ciò contribuisce ad allontanare da spazi di socialità un’ampia fascia della popolazione.

Il sogno di un «cinema aperto a tutti, senza differenze» Fabrizio Savarese lo ha realizzato con le proprie mani nel 2017, facendo aprire una sala per non udenti in due cinema della sua città. Nato a Crema e trasferitosi a Brescia all’età di dodici anni, Fabrizio è sordo dalla nascita ma, grazie a un impianto cocleare, riesce a distinguere in maniera approssimativa suoni e voci. «Quando ero piccolo sognavo di diventare un attore», racconta il trentaseienne che — nonostante gli studi di grafica all’istituto Golgi, la laurea allo Ied di Milano e il suo lavoro presso gli Spedali Civili a Brescia — continua a coltivare la sua passione per il “magico” mondo del cinema. Quest’ultima inizia nel 1989, quando, con l’amico d’infanzia Luca, va a vedere la prima pellicola dedicata al cavaliere oscuro, Batman di Tim Burton. Le scene d’azione e gli effetti speciali suscitano in lui un entusiasmo per le produzioni cinematografiche che lo accompagna ancora oggi. Ma, se da bambino si accontentava delle immagini, con il tempo la possibilità di capire la storia è diventata una necessità. L’assenza di sottotitoli, spiega Fabrizio, «rende la visione confusa e difficile» ed è frustrante dover interpretare la trama esclusivamente dai movimenti degli attori, o provando a leggerne le labbra.

Si tratta, purtroppo, di un problema diffuso, con cui le persone con disabilità uditiva sono costrette a convivere quotidianamente, anche per guardare semplici programmi televisivi. Fornire gli strumenti per la comprensione a coloro che non li posseggono è un modo per favorire l’inclusione e il coinvolgimento di tutti. Lo scopo del cinema dovrebbe essere proprio questo: rendere possibile la socialità, «abbattendo non solo le barriere fisiche, ma culturali».

Quando, nel 2016, l’amico lo invita al cinema del comune di Curno (vicino a Bergamo) a vedere Batman vs Superman in lingua originale e sottotitolato, Fabrizio si rende conto che non è impossibile mettere in pratica questi ideali. «Sono rimasto molto stupito — dichiara — quando ho scoperto che in alcune città italiane vengono proiettati film stranieri con sottotitoli in italiano. “A Brescia no... com’è possibile?” mi sono detto».

Da allora, non ha smesso di dedicarsi al suo progetto di realizzare una sala cinema per non udenti, che ha visto la luce alla fine del 2017, con la proiezione di un film sottotitolato all’Oz di Brescia. Oggi Fabrizio gestisce la programmazione settimanale dedicata a un pubblico di sordi (e di stranieri) in due multisala della città. «Siamo aperti a tutti — ci tiene a ribadire — comprese persone con altre disabilità e studenti che devono imparare le lingue». Per tenere aggiornato il suo pubblico, ha inoltre creato la pagina Facebook “Movie news”, dove — oltre agli orari delle proiezioni settimanali — gli appassionati possono condividere notizie e curiosità relative al mondo del cinema.

Nei suoi progetti futuri non esclude la collaborazione con le scuole del comune per portare i bambini con disabilità uditiva al cinema, e la creazione di un piccolo festival per attori non udenti internazionali. «Vorrei che almeno un cinema in tutte le città d’Italia dedicasse una serata a settimana ai sordi, come già si fa a Brescia, Bergamo, Torino e nelle più grandi città».

Una volta superata l’emergenza che stiamo affrontando, potremmo provare a correggere le vecchie dinamiche di esclusione con iniziative come quella di Fabrizio, e tornare alla socialità con una maggiore consapevolezza.

di Ilaria Pennacchini