Iniziativa dell’Unesco per garantire continuità scolastica e trovare soluzioni per la didattica a distanza

Coalizione mondiale per l’educazione

Wendlamita Marino Compaoré (R), a philosophy teacher, gives a philosophy class for final year high ...
02 aprile 2020

L’educazione scolastica è un diritto universale che neppure la pandemia da covid-19 può fermare. È quanto sostiene l’Unesco che, a fronte dell’87 per cento della popolazione che studia, circa 1,5 miliardi di giovani in 165 paesi, ormai lontana da aule scolastiche e università a causa della pandemia, ha lanciato una «Coalizione mondiale per l’educazione» che garantisca continuità scolastica e aiuti gli Stati a sviluppare le migliori soluzioni per l’insegnamento a distanza. E raggiungere così anche i bambini e i ragazzi più a rischio, per i quali la chiusura delle scuole potrebbe significare «la perdita di una rete di sicurezza vitale, fatta di nutrizione, protezione e supporto emotivo». «Mai prima d’ora abbiamo vissuto una crisi educativa di questa portata», ha dichiarato la direttrice generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, Audrey Azoulay. «Per superare questo momento e andare avanti — ha spiegato Azoulay — l’unica strada da percorrere è lavorare insieme». 

La Coalizione, dunque,  invita a un’azione coordinata e innovativa «per trovare soluzioni che non solo sostengano studenti e insegnanti ora, ma anche durante tutto il processo di recupero, con particolare attenzione all’inclusione e all’equità», ha aggiunto. Perché è proprio l’aumento della disuguaglianza che preoccupa in questa crisi. La chiusura delle aule scolastiche, infatti, colpisce  in modo sproporzionato gli studenti vulnerabili e svantaggiati che dipendono dalla scuola per una serie di servizi sociali, tra cui la salute e il cibo. Moltissimi bambini nel mondo sopravvivono, infatti, solo grazie al pasto fornito dalla mensa scolastica, dunque la chiusura delle scuole incide gravemente anche sulla loro alimentazione. Inoltre i ragazzi di famiglie svantaggiate hanno difficoltà a poter proseguire l’insegnamento a distanza per mancanza di ausili tecnologici, di una buona connessione internet e per la carenza di aiuto da parte dei genitori, il cui livello di istruzione è basso e le risorse economiche limitate.

Per questi motivi, secondo l’Unesco c’è la necessità di un sostegno rapido e coordinato agli Stati per mitigare gli effetti negativi della chiusura scolastica. Secondo l’agenzia Onu questo «non è il momento di approfondire le disuguaglianze. Ora è il momento di investire nel potere trasformante dell’istruzione. Impegnandoci nel decennio dell’azione per non lasciare nessuno indietro». Molti Paesi, per contenere la pandemia, hanno già adottato soluzioni educative a distanza e affrontato la complessità dell’istruzione virtuale, dalla fornitura di contenuti al sostegno degli insegnanti all’orientamento delle famiglie, alla soluzione dei problemi di connettività.

«Dobbiamo ora accelerare i modi per condividere queste esperienze e aiutare i più vulnerabili, che abbiano o meno accesso a internet», ha detto l’attrice Angelina Jolie, inviato speciale dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, che ha istituito un partenariato con l’Unesco per la creazione della Coalizione. Molte le realtà che hanno già aderito all’iniziativa Unesco, come l’Oms, l’Organizzazione internazionale del Lavoro, l’Unicef, l’Unione internazionale delle telecomunicazioni, ma anche aziende private come Microsoft, Google, Facebook che si sono impegnate a mobilitare le loro risorse e i loro servizi a sostegno di scuole e insegnanti e a un uso etico dei dati degli studenti.

di Anna Lisa Antonucci