· In tutta Italia si moltiplicano le iniziative dei salesiani per aiutare a superare la crisi ·

In prima linea accanto ad anziani e disabili

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23 marzo 2020

Preghiera, solidarietà e creatività: sono queste le uniche, ma sicuramente efficaci, armi con le quali i salesiani in Italia stanno affrontando queste settimane drammatiche per il Paese colpito dal diffondersi del Covid-19. Da nord a sud, da Borgomanero a Trapani, da Udine a Caserta, la risposta della congregazione fondata da san Giovanni Bosco è stata immediata ed efficace. A Trapani, i giovani dell’oratorio salesiano della parrocchia Maria Ausiliatrice hanno avviato una bellissima e lodevole iniziativa per aiutare gli anziani. Un’opera di carità che incarna lo spirito salesiano che ha in don Bosco il padre e il maestro. «Andiamo a fare la spesa al supermercato o ci rechiamo in farmacia per acquistare medicine indispensabili per la loro salute — spiega all’Osservatore Romano il responsabile dell’oratorio salesiano trapanese, Giuseppe Virzì — facendo attenzione e rispettando le indicazioni che ci ha dato il governo. Abbiamo messo a disposizione un numero di telefono (388 0735050) che riceve e smista a noi ragazzi le chiamate di aiuto da parte degli anziani. Andiamo a casa loro, indossando guanti e mascherina, ci fermiamo sul pianerottolo e ritiriamo la lista delle cose di cui hanno bisogno e i soldi. Poi — aggiunge Giuseppe — andiamo a comprare i prodotti richiesti e li consegniamo sul pianerottolo con il resto dei soldi. In questo modo rendiamo un servizio a chi è in difficoltà. D’altronde le attività dell’oratorio sono sospese, ma noi continuiamo a essere operativi per la collettività. Tutto questo — precisa — lo facciamo per spirito di sacrificio e non ci interessa fare pubblicità». L’iniziativa della parrocchia Maria Ausiliatrice è stata anche apprezzata dal Comune di Trapani che, nei giorni scorsi, ha deciso di inserire tra i numeri di emergenza anche quello dei ragazzi volontari dell’oratorio.

 

«Abbiamo un quartiere dove vivono molti anziani, come del resto gran parte del centro storico della città. Queste persone — spiega al nostro giornale il parroco di Maria Ausiliatrice, l’ottantaduenne don Antonio Adragna — o non hanno figli o non sono aiutati dai propri cari perché si trovano fuori città, e quindi sono costrette a risolvere da sole le loro faccende. Noi abbiamo contezza di questa situazione in quanto siamo in contatto con tanti anziani grazie ai ministri straordinari dell’eucaristia che vanno a trovarli abitualmente». Ma il coronavirus non scoraggia l’anziano parroco. «La nostra “vicinanza” agli anziani e ai più vulnerabili viene assicurata. Siamo vicini a chi ha bisogno e vuole sentire una parola di conforto. Proprio in questi momenti non possiamo permetterci di negare un sostegno soprattutto morale, visto che fisicamente non possiamo farlo».

Lo stesso sta accadendo a Caserta, all’Istituto salesiano del Sacro Cuore di Maria, dove i responsabili si sono detti disponibili ad aiutare i nonni della città. «Se ci dovesse essere qualche anziano che abbia bisogno di una mano — si legge in un comunicato redatto dai giovani — chiamare il numero 380 6432643. Gli animatori e i salesiani di Caserta sono a disposizione». Anche nella città campana, quindi, gli anziani possono contattare il numero dell’oratorio e consegnare telefonicamente la “lista della spesa”, insieme ai propri recapiti. Successivamente un animatore passa a ritirare soldi e buste/carrellini e dopodiché li riporterà riempiti di quanto richiesto. «Un piccolo impegno lodevole — ha sottolineato Paola Settembre, una delle giovani coinvolte — perché tanti non solo non possono uscire da casa ma nemmeno ce la fanno fisicamente. E chissà che insieme alla spesa, con le dovute distanze, non si possano scambiare anche due chiacchiere affettuose».

Con le scuole forzatamente chiuse, i salesiani del Collegio don Bosco di Borgomanero, in provincia di Novara, assicurano la continuità didattica dei diversi gradi e indirizzi dell’istituto (scuola media, liceo classico, liceo economico sociale) attraverso le opportunità digitali: tutorial, piattaforme di e-learning, file audio, app condivise, mail e videoconferenze. Grazie a strumenti come Skype e Meet, inoltre, gli studenti possono intervenire e interagire con i professori; e non mancano gli sportelli individuali e il tutoraggio di metodi di studio, per chi ha necessità di condividere schemi e appunti. E per assicurare anche l’attività fisica i docenti di Motoria, sempre attraverso una specifica app, guidano delle sessioni di allenamento casalingo.

Sulla stessa scia si sono mossi anche altri istituti, come il “Bearzi” di Udine, che «non si ferma neanche durante le emergenze». Per questo propongono «una piccola rubrica pratica per vivere bene queste giornate, che rischiano di essere un po’ vuote, ogni giorno a mezzogiorno, un nuovo video!». E anche i Centri professionali salesiani di Mestre e di Sesto San Giovanni hanno risposto all’appello, con quest’ultimo che dall’altra settimana raggiunge i propri allievi anche con il “buon giorno” digitale dei catechisti dei vari settori.

Come ciliegina sulla torta, è interessante notare come “La festa dei giovani” — la tradizionale iniziativa del movimento giovanile Salesiano del Triveneto — quest’anno abbia mutato le forme, ma non lo spirito: nel giorno e negli orari in cui ci sarebbe stata la festa a Jesolo, dalle 8.15 fino alle 16.15 dello scorso 8 marzo, su tutti i canali di Donboscoland si sono susseguiti video e proposte per vivere almeno un po’ e in modo “digital” la gioia di stare insieme. Il tema dell’anno “Lì dove sei” (mai slogan si è rivelato più azzeccato) è la proposta che è stata lanciata a tutti: vivere nelle proprie case, con le proprie famiglie, lì dove si era, la gioia di farsi santi.

Alla fine, così ha commentato su Facebook don Igino Biffi, ispettore dell’Italia Nord Est, quest’esperienza: «Mi piace pensare che il coraggio non è altro che quella situazione in cui il “Cor” si trova a suo “Agio”. Vent’anni fa le feste dei giovani e dei ragazzi di Jesolo nacquero quando si oltrepassò la soglia della paura e si decise di abitare il coraggio. Fu il passaggio temerario dalla sicurezza all’insicurezza, dalla resa alla resistenza. Il Vangelo, alla fin fine, non è altro che la storia del coraggio di Dio. La paura lascia nell’anonimato, il coraggio ti fa entrare nella storia. Per noi è sempre il tempo del coraggio. Anche quest’anno. Anche ora. Il coraggio è la spada dei santi».

di Francesco Ricupero