Benedetta inquietudine

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23 marzo 2020

«Il campo inizia esattamente nel momento in cui finisce». Questa è una delle frasi che risuona spesso nei campi della Lega missionaria studenti, un movimento giovanile ignaziano di azione missionaria che, in atto, opera in Kenya, Romania, Perú e Cuba. Un’espressione ripetuta in diversi contesti, che ben interpreta la volontà di centinaia di studenti che ogni anno, durante le vacanze scolastiche o accademiche, si impegnano nel servizio in diverse opere apostoliche distribuite nei vari continenti.

 

Ma per comprenderle sino in fondo, queste parole, bisogna fare un piccolo passo indietro, e ripercorrere insieme il cammino personale di ogni giovane volontario, che ha come tappa intermedia la possibilità di mettersi al servizio e come meta finale la scelta di voler vivere tutti i giorni della propria vita con occhi nuovi che siano ancora in grado di stupirsi.

Di solito, tutto ha inizio con una bella sensazione di inquietudine. Un sentimento nuovo, che talvolta spaventa, ma in fondo restituisce, a chi la sperimenta per la prima volta, una strana serenità perché apre a immagini nuove. Come fosse una rinascita nella speranza.

Ed ecco che improvvisamente, tutto ciò che era perfetto, gli studi, lo sport, la routine, non ti bastano perché c’è un fuoco interiore che muove e invita a fare di più: la possibilità di vivere più in profondità, compromettendoti con l’esistenza di persone sconosciute, che spesso vivono dall’altra parte del mondo, che, pur non avendole mai viste, chiami già fratelli. Ed è con questo desiderio nel cuore, sempre discretamente sostenuti da un Padre Assistente, che si intraprende un percorso individuale, ma anche intimamente comunitario, che attraverso una rilettura della propria vita, accompagnerà ognuno dei partecipanti a impegnarsi con dedizione nell’opera missionaria.

Con la certezza e la serenità di essere parte di una comunità, non appena arrivate le vacanze, finalmente i ragazzi della Lega missionaria studenti salgono sull’aereo per iniziare le attività di servizio che hanno accompagnato i loro pensieri durante tutto l’anno. Così, con vera consapevolezza, ci si prepara a condividere attività ludiche con i bambini degli orfanotrofi, a organizzare momenti di musica e ballo nei reparti ospedalieri di psichiatria e di geriatria, o ancora a collaborare nei lavori di ricostruzione delle baraccopoli nelle periferie. Tutte attività svolte in compagnia di ragazzi e ragazze di varie età, tra fatica e riposo ma sempre desiderosi di volersi scoprire, semplicemente attraverso la condivisione della vita quotidiana, riconoscendosi reciprocamente come parte di un progetto più grande, in cui si ha la fortuna di poter camminare accanto.

E proprio dalla fortuna di poter camminare insieme, nasce spontaneamente nei volontari, la ricerca di un modo comune per continuare a farlo, anche oltre i limiti geografici. Infatti, non riuscendo a passare inosservato ed essendo incontenibile l’amore ricevuto dalle persone incontrate in missione, emerge in ognuno di loro la volontà di voler mantenere una profonda relazione interpersonale, che sostanzialmente rappresenta la vera ragion d’essere delle esperienze della Lega missionaria studenti.

Instaurare e mantenere relazioni autentiche con le donne e gli uomini da cui si è stati accolti, sempre grati e consapevoli di essere bisognosi gli uni degli altri, non cedendo mai ad alcuna dinamica di assistenzialismo ma desiderando invece, nel più profondo, l’incontro con ciascuno e la sua storia, che nell’ottica di un gruppo di tanti giovani che hanno scelto di agire come unico corpo, si rivela come occasione privilegiata per l’incontro con Gesù.

In definitiva, la testimonianza dei ragazzi della Lega missionaria racconta che la possibilità di poter continuare a vivere il campo oltre il campo esiste davvero, e passa per la capacità di ognuno di loro di fare memoria dell’amore ricevuto in gratuità, per pretendere da sé stessi e dagli altri, nella vita di ogni giorno e al di là delle proprie contraddizioni, tutti quei comportamenti che non cedano in alcun modo all’ingiustizia. La stessa ingiustizia che molto spesso, da loro stessi, è stata riconosciuta in giro per il mondo. Ed è proprio il caso di celebrare l’entusiasmo di questi studenti-missionari con le parole della canzone Alma Misionera, anima missionaria, un inno per tutti coloro che nonostante i se e i ma, non si arrendono e vogliono provarci ancora: Estoy dispuesto a lo que quieras, no importa lo que sea, tu llamame a servir. Llevame donde los hombres necesiten tus palabras, necesiten mis ganas de vivir («sono disposto a fare ciò che vuoi, non importa cosa, tu chiamami a servire. Conducimi dove gli uomini hanno bisogno delle tue parole e della mia voglia di vivere»).

di Marco Russo