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Specola vaticana

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07 gennaio 2020

Lo sguardo sembra ancora rivolto verso il cielo stellato. Pochi giorni dopo la solennità dell’Epifania, nella galassia del web, ecco mettere a fuoco il sito della Specola vaticana. «Uno dei più antichi istituti astronomici al mondo». Le sue origini si legano a Papa Gregorio XIII che, nel contesto dell’imminente riforma del calendario promulgata nel 1582, quattro anni prima fece erigere in Vaticano la Torre dei Venti e istituì un comitato di studio composto da gesuiti astronomi e matematici provenienti dal Collegio romano.

Pio XI fornì una nuova sede per la Specola vaticana presso la residenza estiva di Castel Gandolfo sui colli Albani che affidò alla Compagnia di Gesù e venne inaugurata ufficialmente nel 1935. La biblioteca oggi «contiene oltre 22.000 volumi e possiede una preziosa collezione di libri antichi rari tra cui opere di Copernico, Galileo, Newton, Keplero, Brahe, Clavius e Secchi». Viene custodita inoltre una collezione unica di meteoriti e di frammenti di rocce lunari. Questi ultimi provengono dalla spedizione dell’Apollo 11, «l’audacissimo volo» che, la sera del 20 luglio 1969, san Paolo VI seguì in diretta televisiva proprio da Castel Gandolfo. È lì che registrò il suo messaggio rivolto ai cosmonauti Neil Armstrong, Edwin Aldrin e Michael Collins, i protagonisti dello storico allunaggio che, tre mesi dopo, ricevette in udienza in Vaticano.

Nel 1981, anche a causa dell’inquinamento luminoso nei cieli di Roma e Castel Gandolfo, l’Osservatorio fondò un secondo centro di ricerca, il Vatican Observatory Research Group (vorg), a Tucson, in Arizona, negli Stati Uniti.

In entrambe le sedi, incontri scientifici internazionali e per giovani studiosi, scuole estive di astronomia e astrofisica brillano assieme al lavoro quotidiano di ricerca della Specola.

www.vaticanobservatory.va

a cura di Fabio Bolzetta