Lettere dal direttore - 9 maggio 1978

Moro, la politica come arte del sognare insieme

S.S. Francesco Incontro Ecumenico e Interreligioso con i Giovani 07-05-2019


@Vatican Media
08 maggio 2019

Quarantuno anni fa, all’alba, un gruppo di giovani brigatisti freddavano il 62enne Aldo Moro, uomo mite e geniale. Mi è venuto in mente quando il Papa martedì ha parlato ai giovani al Centro Pastorale di Skopje e, andando “a braccio”, ha preso spunto dallo spettacolo di due bambini piccoli che giocavano davanti al suo palco incuranti di tutto e di tutti. Giocavano e ridevano finché uno dei due ha deciso di combattere e di vincere l’altro, atterrandolo. Il riso si è trasformato in pianto. Un fuori programma dei bambini che ha dato il “la” al Papa per un’acuta riflessione sul fatto che per quanto è bello e vitale, per la società, sognare insieme, sognare-con, così è terribile il sognare da soli, il sognare-contro. Una bella provocazione quella di Papa Francesco, il sogno in effetti è un gesto solitario, come si fa a sognare insieme? E invece è qui la sfida per diventare davvero uomini, nella capacità di condividere i sogni. Forse è questo il sale e il motore della politica. Questo l’aveva capito Aldo Moro e il suo tragico finale ribadisce il concetto espresso dal Papa: quella mattina del 9 maggio 1978 si sono scontrati due diversi tipi di sognatori, l’anziano sognatore-con e i giovani sognatori-contro. Un vero peccato perché la speranza per la società, ha affermato il Papa, passa proprio attraverso il dialogo tra le generazioni, sono i sogni dei vecchi che smuovono le visioni dei giovani. «Amici, prendete tempo con i vostri vecchi, con i vostri anziani» ha esortato Francesco, «ascoltate i loro lunghi racconti, che a volte sembrano fantasiosi, ma, in realtà, sono pieni di un’esperienza preziosa, di simboli eloquenti e di saggezza nascosta da scoprire e valorizzare».

C’è un romanzo, poi diventato un famoso film di Tim Burton, che parla proprio di questo, Big Fish, in cui si vede un padre anziano che si accinge a diventare nonno, e che passa la vita a raccontare, in modo molto fantasioso, la storia della sua vita al figlio finché anche lui, sul punto di diventare padre, prenderà il testimone e continuerà la tradizione del raccontare storie. Senza il gusto delle storie la società non progredisce, perché perde il contatto con le sue radici. L’Italia quella mattina di 41 anni fa, ha dato un colpo mortale alle sue radici, perdendo per molti anni la sua capacità di sognare o, peggio, ha smesso di sognare-con e ha deciso di sognare-contro. Ma da lì, dal sogno condiviso, si deve ripartire per invertire la tendenza e recuperare la passione per il racconto, che alimenta quella che il Papa ha chiamato, con una immagine potente, la “mistica del popolo”.

A.M.
 

La commozione e la preghiera di Giovanni Paolo II


Anche Giovanni Paolo II volle ricordare, un anno dopo i tragici fatti di via Caetani, al termine di un’udienza generale del 9 maggio 1979, il grande statista italiano assassinato e tutte le vittime della violenza terroristica:

Un anno fa veniva trovato il corpo senza vita dell’Onorevole Aldo Moro: la tragica conclusione dell’impressionante vicenda provocò in Italia e nel mondo una grande commozione ed una vibrata protesta contro la cieca e irrazionale violenza, che, con l’uccisione dell’illustre statista, aveva umiliato l’umanità nelle sue fondamentali esigenze di verità e di giustizia.

Eleviamo oggi una particolare preghiera per lui e per i componenti della sua scorta selvaggiamente e freddamente assassinati come pure per tutti coloro che in quest’anno, anzi in questi ultimi giorni, sono stati vittime di una brutalità inqualificabile, che spoglia la nostra millenaria civiltà dei suoi valori umani e cristiani. Ai gesti di odio dobbiamo tutti rispondere con il messaggio di amore, lasciatoci da Cristo.

Che tutti i cittadini, con la loro onesta laboriosità, possano costruire, in serena e civile convivenza, una società in cui ciascuno viva in pienezza i propri diritti.

E dopo aver rievocato la partecipazione personale di Paolo VI alla drammatica vicenda di Aldo Moro, il Pontefice polacco così concluse:

Forse dobbiamo ripensare tutto ciò nel contesto del discorso odierno, nel contesto del discorso del Buon Pastore e dobbiamo dire a Cristo: “Ti offriamo queste vittime per la pace del mondo, per la vittoria della vera giustizia. Per la vittoria dell’amore sull’odio, Ti offriamo queste vittime!”. C’è una forza in tal sacrificio che è molto simile a quella di Cristo sulla Croce.