· Città del Vaticano ·

All’udienza generale il pensiero del Pontefice all’Ucraina, al Myanmar e ai tanti Paesi in guerra

Palestina e Israele
due Stati liberi e in pace

 Palestina e Israele,  due Stati liberi e in pace  QUO-093
24 aprile 2024

La martoriata Ucraina, la Palestina e Israele, il Myanmar «che sono in guerra» e «tanti altri Paesi»: è una sorta di cartina geografica del dolore quella di cui Papa Francesco aggiorna continuamente i confini, esortando a pregare per la pace ovunque risuoni il fragore mortale delle armi.

Anche all’udienza generale di stamane in piazza San Pietro, come fa sempre negli incontri settimanali del mercoledì o affacciandosi per l’appuntamento mariano della domenica — sia all’Angelus sia al Regina Caeli, a seconda del tempo liturgico — il Pontefice torna instancabilmente a rimarcare che «la guerra sempre è una sconfitta, e quelli che guadagnano di più sono i fabbricatori di armi». Da qui l’invito a invocare la pace per il Paese dell’Europa orientale che «soffre tanto», ricordando in particolare «i soldati giovani» ucraini che «vanno a morire»; ma «anche per il Medio Oriente», in particolare «per Gaza», vittima di continui raid, e «per la pace tra Palestina e Israele», affinché — è l’auspicio — «siano due Stati, liberi e con buoni rapporti».

Costante è la preoccupazione del Pontefice anche per il Paese asiatico da lui visitato nel novembre 2017, e per qualsiasi altra terra in cui scorre il sangue a causa di conflitti. Nel salutare i gruppi di fedeli presenti in piazza San Pietro, il vescovo di Roma accenna anche a due ricorrenze: domani, giovedì 25, la festa di san Marco, «l’evangelista che ha descritto con vivacità e concretezza il mistero della persona di Gesù»; e sabato 27 il decimo anniversario della canonizzazione di San Giovanni Paolo ii . «Guardando la sua vita — spiega — possiamo vedere che cosa può raggiungere l’uomo accettando e sviluppando in sé i doni di Dio: fede, speranza e carità». E proprio a queste ultime virtù teologali è dedicata la catechesi.

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