· Città del Vaticano ·

02 dicembre 2023

Maternità migrante

La foto di Fati e di Marie riverse sulla sabbia, prive di vita ha fatto il giro del mondo. Madre e figlia morte di sete e di stenti nel deserto fra Tunisia e Libia. Un deserto che la giornalista marocchina Karima Moual ha definito «un fronte di guerra senza bombe,  una fossa comune uguale al mare Mediterraneo».

Fati, alla quale la scrittrice e poetessa Maria Grazia Calandrone dedica una poesia, pubblicata per la prima volta su Donne Chiesa Mondo , è solo uno dei volti della “maternità migrante”, delle madri che della emigrazione sono vittime. Che affrontano mare e deserto, persecuzioni e campi di detenzione, fame e sete, pericoli che vengono dagli uomini e dalla natura, spinte dalla volontà di dare ai propri figli una vita migliore.

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