
17 luglio 2025
di Lucio Brunelli
Se i greci sedussero il mondo con la filosofia e con la finezza della loro arte, i romani incantarono i popoli da loro assoggettati con la magia delle opere idrauliche. Ottocento chilometri di condotti, arcate, tubature, per portare l’acqua potabile nelle case, nelle terme e negli anfiteatri (ottanta fontane dissetavano gli spettatori dei combattimenti con le belve nel Colosseo). La maestosità degli acquedotti che sorgevano nei territori annessi e la incredibile, millimetrica precisione delle pendenze studiate dagli ingegneri romani, suscitavano ammirazione e meraviglia fra tutte le genti dell’impero, dalla Francia all’Algeria, dalla Spagna alla Palestina.
Di acqua, tecnologia e potere al tempo dei Cesari narra l’ultimo romanzo di Paolo Biondi: Roma, l’impero dell’acqua, (Bari, Edizioni Di Pagina, 2025, pagine ...
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