All’Angelus dalla cappella di Casa Santa Marta accorato appello del Papa
Il dono della pace
L’invocazione della pace e la cura della vita: sono stati i punti focali dell’Angelus di ieri, quarta domenica di Avvento, recitato da Papa Francesco dalla cappella di Casa Santa Marta, a causa di sintomi del raffreddore. Nell’ultima preghiera mariana pronunciata prima dell’inizio del Giubileo della speranza, il Pontefice ha levato ancora una volta la sua voce in favore della riconciliazione in tanti Paesi del mondo: dal Mozambico all’Ucraina, dalla Terra Santa a tutto il Medio Oriente. «Tacciano le armi e risuonino i canti natalizi — ha invocato Francesco — ! Preghiamo perché a Natale possa cessare il fuoco su tutti i fronti di guerra», ha aggiunto, deplorando in particolare la «crudeltà» dei bombardamenti a Gaza.
In precedenza, soffermandosi sul Vangelo del giorno (Lc 1, 39-45) che narra la visita di Maria ad Elisabetta, anche lei incinta, il vescovo di Roma aveva sottolineato, ai fedeli presenti in piazza San Pietro e a quanti lo seguivano attraverso i media, l’importanza del «dono di ogni vita», esortando a sostenere e difendere «il valore sacro della vita dei piccoli fin dal loro concepimento nel grembo materno» e rimarcando che «nessun bambino è un errore».
Infine, il Papa ha benedetto i bambinelli delle persone radunate in piazza, in occasione della tradizionale iniziativa promossa dal Centro Oratori Romani.