La buona Notizia
Leggendo questo passo del Vangelo, ho ripensato ai bellissimi versi danteschi del xxxiii canto del Paradiso, mentre descrive la luce divina, l’ultima indicibile visione: «A quella luce cotal si diventa, / […] ’l ben, ch’è del volere obietto, / tutto s’accoglie in lei […]».
Il bene, che è l’obiettivo profondo della volontà umana, è una piccola onda di amore che viene inglobata nell’oceano del divino.
La rivelazione è che ogni volta che noi operiamo per il bene, diventiamo parte di quella luce.
Simone Weil scrisse: «Concepire l’identità delle diverse tradizioni, non accostandole in base a quel che esse hanno di comune; ma cogliendo l’essenza di ciò che ciascuna di esse ha di specifico».
Al di là della fede politica o religiosa, chiunque si renda disponibile ad agire nel bene non va giudicato o allontanato, perché è parte del grande progetto di Dio.
Gesù ribalta tutto, ma non lascia fuori nessuno.
Piuttosto che escludere, abbraccia.
Piuttosto che dividere, somma.
Piuttosto che giudicare, accoglie.
«Chi non è contro di noi è per noi». Questo messaggio si fa particolarmente dirompente perché — in qualsiasi epoca ci troviamo — ci spinge ad andare oltre i pregiudizi, i confini mentali e spirituali, gli steccati ideologici e le appartenenze.
Il bene non può essere qualcosa di esclusivo: è l’intenzione che viene prima dell’istituzione, l’umana potenzialità di elevare l’uomo oltre la materia e sciogliere i nodi che ci dividono con il solvente dell’Amore.
Un progetto molto più vasto, che nasce nel cuore di ogni essere umano, e non si manifesta in una determinata scuola di pensiero, proprio perché universale.
di Simone Cristicchi