La riforma della Curia

29 dicembre 2022

Promulgata il 19 marzo ed entrata in vigore il 5 giugno, la costituzione apostolica Praedicate Evangelium ha portato a compimento il cammino di riforma della Curia romana iniziato nelle discussioni delle congregazioni generali precedenti il conclave del 2013 e proseguito nel pontificato di Francesco. Il documento sostituisce la Pastor Bonus di Giovanni Paolo ii (1988), che a sua volta modificava la Universi regimini Ecclesiae di Paolo vi (1967). L’evangelizzazione e il ruolo dei laici sono le priorità che collegano la nuova costituzione al concilio Vaticano ii . Perciò nell’attuale riassetto della Curia il primo Dicastero non è più quello per la Dottrina della fede ma quello per l’Evangelizzazione (che unifica la Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli e il Pontificio consiglio per la Promozione della nuova evangelizzazione). Prefetto ne è il Papa stesso, aiutato da due pro-prefetti (uno per la Sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo; e uno per la Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari). In secondo luogo è nato il Dicastero della Cultura, che ha riunito la Congregazione per l’Educazione cattolica e il Pontificio Consiglio della Cultura. Altra novità è stata la trasformazione dell’Elemosineria apostolica in Dicastero per il Servizio della carità, terzo in ordine gerarchico. Infine i capi dicastero non dovranno più obbligatoriamente essere cardinali. Oltre al camerlengo, gli unici porporati citati nella Praedicate Evangelium sono infatti il prefetto del Supremo tribunale della Segnatura Apostolica e il coordinatore del Consiglio per l'Economia. Da qui il maggior coinvolgimento di laici e laiche nei ruoli di governo e responsabilità.