Il Papa in Canada
per abbracciare
le popolazioni indigene

 Il Papa in Canada  per abbracciare  le popolazioni indigene  QUO-167
23 luglio 2022

Papa Francesco in atteggiamento di silenzioso raccoglimento, con il volto contrito, quasi commosso, e in mano il pastorale; sullo sfondo la corona circolare azzurra ricca di simboli indigeni scelta come logo della visita e un suggestivo tramonto su un accampamento di teepee, le caratteristiche tende coniche fatte con pelli e cortecce. Il dipinto di Eugene Alexis, della nazione Sioux in Alberta, sintetizza perfettamente attraverso il linguaggio universale dell’arte il significato più profondo e autentico del viaggio che il Pontefice inizia domani in Canada. Alla vigilia il cardinale Parolin, segretario di Stato, ne presenta i contenuti in un’intervista ai media vaticani e i pastori delle diocesi interessate ne approfondiscono il programma con articoli da Edmonton, Québec e Churchill - Baie d’Hudson, che ha giurisdizione su Iqaluit, capitale del Territorio di Nunavut, abitato da tempo immemorabile dagli Inuit. Tutti concordano nell’attribuire al soggiorno del vescovo di Roma sul suolo canadese il significato di un “pellegrinaggio penitenziale” — come egli stesso lo ha definito — per contribuire al cammino di riconciliazione e guarigione già intrapreso. Papa Bergoglio si reca infatti nell’immenso Paese nordamericano, nonostante i problemi al ginocchio, dopo gli incontri avuti in Vaticano tra fine marzo e inizio d’aprile scorsi con delegazioni di First nations, Métis ed Inuit, per toccare con mano nei luoghi in cui vivono le sofferenze di queste comunità, che hanno sperimentato gli abusi commessi nelle scuole residenziali.

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