Le canonizzazioni in piazza San Pietro

Festa della santità

 Festa della santità  QUO-111
16 maggio 2022

Figlie e figli del popolo, aristocratiche e aristocratici di nobili origini, sacerdoti, consacrati e laici. Sei uomini e quattro donne, dei quali cinque italiani, tre francesi, un olandese e un indiano. Sette fondatori e fondatrici di congregazioni religiose. Sono i dieci nuovi santi che Papa Francesco ha proclamato domenica 15 maggio in piazza San Pietro.

Circa 50.000 i fedeli presenti, provenienti in maggioranza dai Paesi di origine dei santi. I loro nomi, scanditi dal Papa al momento della proclamazione della formula di canonizzazione, sono stati accompagnati dagli applausi calorosi dell’assemblea dei fedeli: l’olandese Titus Brandsma (1881-1942), professo dell’ordine carmelitano, martire a Dachau; l’indiano Lazzaro Devasahayam Pillai (1712-1752), appartenente alla casta dei bramini, ucciso in odio alla fede in India; il francese César de Bus (1544-1607), fondatore della congregazione dei Padri della Dottrina cristiana (Dottrinari); il bergamasco Luigi Maria Palazzolo (1827-1886), sacerdote, fondatore dell’Istituto delle Suore delle Poverelle - Istituto Palazzolo; il napoletano Giustino Maria Russolillo (1891-1955), sacerdote, fondatore della Società delle Divine vocazioni e della congregazione delle Suore delle Divine vocazioni; il francese Charles de Foucauld (1858-1916), presbitero; la francese Marie Rivier (1768-1838), fondatrice della congregazione delle Suore della Presentazione di Maria; la piemontese Maria Francesca di Gesù Rubatto (1844-1904), fondatrice della Suore terziarie Cappuccine di Loano; la palermitana Maria Gesù Santocanale (1852-1923), fondatrice della congregazione delle Suore Cappuccine dell’Immacolata di Lourdes; la veneta Maria Domenica Mantovani (1862-1934), cofondatrice e prima superiora generale dell’istituto delle Piccole suore della Sacra Famiglia.

Dopo il saluto liturgico e il canto del Veni, Creator Spiritus, il cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, accompagnato dai postulatori, ha rivolto al Papa la Petitio e ha brevemente presentato la vita dei beati. «Ad onore della Santissima Trinità, per l’esaltazione della fede cattolica e l’incremento della vita cristiana, con l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dopo aver lungamente riflettuto, invocato più volte l’aiuto divino e ascoltato il parere di molti Nostri Fratelli nell’Episcopato, dichiariamo e definiamo santi i beati»: questa la formula di canonizzazione letta poi dal Pontefice, che dopo averne elencato i nomi ha concluso: «Li iscriviamo nell’Albo dei santi e stabiliamo che in tutta la Chiesa essi siano devotamente onorati tra i santi. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo».

Al momento delle litanie dei santi sono stati accesi dei carboncini nei 10 incensieri e durante la formula di canonizzazione è stato infuso l’incenso. Un rito ricco di simboli e segni, come spiega il maestro delle Celebrazioni liturgiche Pontificie, monsignor Diego Ravelli. I fiori accanto alle reliquie ricordano che i santi, soprattutto i martiri, sono il seme dei nuovi cristiani e dalla loro testimonianza, innestata nel sacrificio di Cristo, fiorisce la freschezza del messaggio evangelico e la vitalità della Chiesa oggi. Altro segno è stato la venerazione delle reliquie, fatta attraverso l’offerta dell’incenso da parte di alcuni rappresentanti del popolo di Dio, per dire che la santità è “la” chiamata per tutti i battezzati e che il “santo”, riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa, proviene dal popolo di Dio nel quale ha esercitato le sue virtù.

I drappi appesi alle finestre della facciata della basilica Vaticana — tradizionalmente uno per ogni santo, questa volta cinque perché ognuno conteneva il volto di due nuovi santi — hanno significato la loro appartenenza alla schiera celeste con un nome e un volto ben definito.

Con il Pontefice hanno concelebrato 44 cardinali, tra i quali il segretario di Stato Pietro Parolin, e numerosi presuli, prelati, sacerdoti e religiosi: tra questi, il vescovo Fabio Fabene e padre Bogusław Stanisław Turek, rispettivamente segretario e sotto-segretario della Congregazione delle cause dei santi. Al momento della consacrazione, sono saliti all’altare insieme al Pontefice, i cardinali Semeraro e Daniel Fernando Sturla Berhouet, arcivescovo di Montevideo in Uruguay, dove visse la Rubatto.

Tra i presenti, numerosi i consacrati, i fedeli e le persone che a vario titolo fanno parte delle opere o delle congregazioni fondate dai nuovi santi. C’è anche chi, come Charles de Foucauld, pur non avendo fondato direttamente un istituto religioso, ha visto sorgere, nel suo nome e nel suo carisma, varie esperienze di vita consacrata. Tra queste, la comunità di “Città dei ragazzi Cuneo”, che si ispira al nuovo santo. Fu fondata da padre Andrea Gasparino ed è legata a un fatto provvidenziale, avvenuto l’11 febbraio 1952, quando, non avendo più di che sostentare i ragazzi che aveva salvato dalla precarietà, il sacerdote decise di andare insieme con loro al santuario di Fontanelle per pregare e invocare l’aiuto della Madonna. Da quel giorno, un benefattore promise di sostenerli e mai più mancò loro il necessario.

Con il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede erano gli arcivescovi Edgar Peña Parra, sostituto della Segreteria di Stato, e Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, e i monsignori Luigi Roberto Cona, assessore, e Joseph Murphy, capo del Protocollo.

Le delegazioni ufficiali erano guidate, per l’Italia, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per la prima volta in Vaticano dopo la sua rielezione; per la Francia, dal ministro dell’Interno, Gérald Darmanin; per i Paesi Bassi, dal ministro degli Esteri, Wopke Hoekstra; per l’India, dal ministro delle Minoranze, Gingee K. S. Mathan; per l’Algeria, dal presidente dell’Alto Consiglio Islamico, Bouabdellah Ghoulamallah.