Il libro “Roma, città della parola” di Maurizio Bettini

Le cose antiche
stanno nell’orecchio

 Le cose antiche stanno nell’orecchio  QUO-110
14 maggio 2022
Nella Roma antica esisteva una categoria di individui, per lo più schiavi o liberti, cui era affidata una funzione invero abbastanza originale. Erano i nomenclatores (ricordatori) e il loro compito era quello di rammentare al proprio padrone i nomi delle persone da salutare per strada. Il ruolo di questi memorizzatori anagrafici cresceva d’importanza in tempo di elezioni, quando cioè al candidato era necessario manifestare la massima familiarità e la massima deferenza verso persone note ma, soprattutto, sconosciute. Accanto ai nomenclatores c'erano i monitores la cui consegna era quella di stare allato dell’oratore, nel foro, per suggerirgli cosa dire o non dire. Insomma, in un’epoca in cui i sussidi di tipo digitale o visuale non erano stati ancora inventati, e in compenso di schiavi ce n’era purtroppo in ...

Questo contenuto è riservato agli abbonati

paywall-offer
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati