Intanto a Mariupol i russi attaccano l’acciaieria Azovstal e bloccano le uscite dai sotterranei

L’Italia propone un piano Marshall per l’Ucraina

A view shows an explosion at a plant of Azovstal Iron and Steel Works during Ukraine-Russia conflict ...
12 maggio 2022

Kiev , 12. L’Ucraina ha bisogno di un «piano Marshall per la ricostruzione». È la proposta del presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, nel suo discorso in occasione del premio dell'Atlantic Council ricevuto a Washington. «Dobbiamo continuare a sostenere il coraggio degli ucraini», ha detto, esortando la comunità internazionale a muoversi «rapidamente» verso l’«ultimo pacchetto di sanzioni» alla Russia. Al contempo, ha proseguito, «dobbiamo anche fare tutto il possibile per raggiungere un cessate il fuoco e una pace duratura», rimanendo al fianco dell’Ucraina «molto tempo dopo la fine della guerra» e garantendo «che le sue istituzioni democratiche rimangano forti, stabili, vivaci»: la distruzione di città, impianti industriali, campi «richiederà un enorme sostegno finanziario».

Alla serata dei riconoscimenti del think tank americano è intervenuto con un videomessaggio anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. «Dietro il coraggio e la saggezza del nostro popolo ci sono migliaia di storie vere», ha detto parlando dei connazionali morti per «difendere anche l’Europa» nel corso del conflitto, che perdura ormai da quasi 80 giorni. Poco prima aveva partecipato pure ad un collegamento video con degli studenti francesi, ribadendo che Kiev è pronta a condurre negoziati «purché non sia troppo tardi»: «Con ogni nuova Bucha, con ogni nuova Mariupol e nuove atrocità scompare il desiderio e la possibilità di negoziare, così come — aveva evidenziato — la possibilità di risolvere questo problema in modo diplomatico». E il ministro degli Esteri ucraino, Dmitro Kuleba, ha ribadito la richiesta all’Unione europea «di riservare un posto» per Kiev, perché «sentiamo dire tante volte che l’Ucraina appartiene all’Europa» ha sottolineato.

Tuttavia, per il segretario generale dell’Onu, António Guterres, al momento non si intravedono «possibilità immediate» di un accordo di pace o di un cessate il fuoco «globale». Nel corso di una visita a Vienna, non ha celato la profonda preoccupazione «per i rischi che la fame si diffonda in diverse parti del mondo a causa della guerra in Ucraina». E mentre tra Mosca e Kiev si susseguono accuse reciproche su furti e sequestri di carichi di grano nei porti del Mar Nero, l’Europa corre ai ripari annunciando un piano Ue per l’export, con corridoi di solidarietà per aggirare il blocco delle derrate ucraine.

Il Regno Unito, con il primo ministro Boris Johnson, ha intanto firmato con Svezia e Finlandia un patto militare che impegna Londra ad accordi di mutua difesa su richiesta, in caso di attacchi di Paesi terzi, a prescindere dall’eventuale ingresso dei due Paesi scandinavi nella Nato. Proprio oggi Helsinki ha annunciato di volere «senza indugio» l’adesione all’Alleanza Atlantica. Secondo il ministro degli Esteri, Pekka Haavisto, la Russia «è pronta a eseguire delle operazioni che sono ad alto rischio», con la possibilità di «portare alle frontiere 100.000 soldati».

Da Mosca, il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha paventato rischi di «un conflitto aperto e diretto tra Russia e Nato»: «Riempire l'Ucraina di armi dei Paesi Nato, addestrare le sue truppe all’uso di equipaggiamenti occidentali, schierare mercenari e tenere esercitazioni ai confini — ha affermato — aumenta la probabilità».

Sul terreno ucraino, le truppe russe stanno attaccando da ieri l’acciaieria Azovstal di Mariupol, bombardandola pesantemente e bloccando le uscite dai passaggi sotterranei dell’impianto, dove resta asserragliato un migliaio di combattenti, metà dei quali sarebbero feriti. Lo ha detto l’ufficio del sindaco.

Ma Mariupol non è l’unica città interessata da attacchi. Un missile da crociera russo è stato lanciato nelle ultime ore sulla città di Zaporizhzhia, causando l’incendio di un edificio privato. Nella notte è stata bombardata la zona di Novgorod-Siversky, nel nord est. A Kherson, tra le prime città occupate dalle forze russe, le autorità locali hanno chiesto esplicitamente al Cremlino di includere «a pieno titolo» la regione nella Federazione russa.

Sul fronte energetico, da Mosca il gigante del gas Gazprom ha annunciato che il transito di gas russo verso l’Europa attraverso l’Ucraina diminuirà oggi di quasi un terzo. Nei giorni scorsi, le autorità di Kiev avevano comunicato di non poter far passare il gas attraverso la stazione di Sokhranivka, a causa della presenza russa.