Macron: sia Kiev a dettare le condizioni ma si eviti di umiliare la Russia

Dopo le parole di Putin si cercano spiragli di dialogo

France's President Emmanuel Macron delivers a speech during the Conference on the Future of Europe ...
10 maggio 2022

Mosca , 10. Un discorso cauto: così molti analisti definiscono le parole pronunciate ieri dal presidente russo, Vladimir Putin, durante la parata militare svoltasi a Mosca per la Festa nazionale che ricorda la vittoria sulla Germania nazista nel 1945. Nessuna dichiarazione formale di guerra all’Ucraina è stata lanciata, anzi, la parola “guerra” non è mai stata pronunciata. Putin ha definito l’invasione dell’Ucraina come un’azione di liberazione della popolazione del Donbass, affermando che la Nato avrebbe avuto in programma di attaccare tale regione. Le azioni russe, dunque, avrebbero avuto solo uno scopo preventivo. Putin, inoltre, non ha parlato di vittoria e non ha rivendicato la conquista di alcuna città ucraina.

A destare sorpresa è stato il riferimento del capo del Cremlino alle «perdite tra le forze armate russe», definite «una tragedia per noi tutti». Finora, infatti, le autorità di Mosca non avevano mai parlato pubblicamente dei caduti in battaglia.

Un discorso che ha ripreso la retorica che ha accompagnato la decisione di attaccare l’Ucraina, ma che non ha avuto i toni aspri che molti si attendevano. Nessun accenno ad eventuali escalation del conflitto, anzi un rifiuto netto di una guerra mondiale, che «nessuno vuole». Insomma, per qualcuno, toni che lascerebbero intravvedere uno spiraglio per l’avvio di un dialogo.

In questa prospettiva vanno lette le parole del presidente francese Emmanuel Macron, intervenuto ieri a Strasburgo alla Conferenza sul futuro dell’Europa. L’Ue non è «in guerra contro la Russia», ha detto, bensì è «impegnata a preservare l’integrità territoriale dell’Ucraina e il ritorno della pace nel continente». Spetta dunque a Kiev «definire le condizioni per negoziare con Mosca ed è dovere dell’Europa stare al suo fianco». E soprattutto Macron ha invitato a «non cedere alla tentazione di umiliazione, allo spirito di vendetta» nei confronti della Russia.

Richiami, questi del capo dell’Eliseo, che sembrano rivolti alla Nato — che con il segretario Stoltenberg, che aveva contraddetto l’apertura del presidente ucraino Zelensky sulla rinuncia alla Crimea nel negoziato con Mosca — e a Gran Bretagna e Stati Uniti che spingono sull’opzione militare auspicando una sconfitta russa.

Il presidente statunitense, Joe Biden, che oggi riceverà il presidente del Consiglio dei ministri italiano, Mario Draghi, ha firmato una legge per velocizzare l’invio di armi a Kiev. Annunciandola nello Studio Ovale, Biden ha fatto appello al congresso per una rapida approvazione ed ha attaccato la «distruzione sfrenata» in corso in Ucraina. Poco dopo, a una raccolta di fondi, ha definito Putin un «calcolatore» dicendosi preoccupato del fatto che non trovi una via di uscita dalla guerra.

«La firma della legge è un passo storico, sono convinto che insieme vinceremo ancora, e difenderemo la democrazia in Ucraina e in Europa, come 77 anni fa», ha subito risposto su Twitter Zelensky. «Sono grato al presidente americano e al popolo per il sostegno nella lotta per la nostra libertà e futuro», ha aggiunto.

Intanto sul terreno proseguono senza sosta i bombardamenti sulla città di Odessa, città portuale sul Mar Nero, nel sud dell'Ucraina. Nella notte i russi hanno lanciato altri sette missili, che hanno colpito un centro commerciale, provocando almeno un morto e cinque feriti. Lo riporta il quotidiano «Kyiv Independent».

Ieri un bombardamento russo sulla città aveva costretto il premier ucraino, Denis Shmygal, e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in visita nella città, a cercare riparo in un rifugio.

All’alba un missile russo ha distrutto il Monastero di San Giorgio di Svyatogorsk, nell’Ucraina orientale, un eremo del 1526 appartenente al Patriarcato di Mosca, dove si erano raccolti molti rifugiati. Lo riferisce l’agenzia Ukrinform sul suo canale Telegram.