Il Pontefice al convegno sulle donne dottori della Chiesa e patrone d’Europa

La santità femminile feconda la Chiesa e il mondo

 La santità femminile feconda la Chiesa e il mondo  QUO-056
09 marzo 2022

Uno «stimolo per promuovere quella “santità femminile” che rende fecondi la Chiesa e il mondo». È quanto auspica il Papa come frutto del convegno internazionale interuniversitario sulle «Donne dottori della Chiesa e patrone d’Europa - in dialogo con il mondo d’oggi», svoltosi lunedì 7 e martedì 8 marzo alla Pontificia Università Urbaniana. In un messaggio in lingua spagnola — datato 1° marzo e reso noto ieri pomeriggio, Giornata internazionale della donna — il vescovo di Roma rilancia «la capacità di concretezza» di Teresa di Gesù, Caterina da Siena, Teresa di Lisieux, Ildegarda di Bingen, Brigida di Svezia, Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) e Caterina da Siena.

Salutando i promotori e i partecipanti all’appuntamento accademico organizzato per celebrare gli anniversari della dichiarazione delle prime quattro come Dottori della Chiesa — figure alle quali sono state unite le altre due sante europee che, insieme a quella italiana, sono state nominate compatrone d’Europa da Giovanni Paolo ii (cfr. Spes aedificandi, n. 3) — Papa Francesco elogia «l’eminente dottrina di queste sante». Grazie ad essa, infatti, esse in quanto donne assumono un nuovo protagonismo anche «in questi tempi, per la permanenza» e la «profondità» del loro pensiero che, «nelle attuali circostanze, offre luce e speranza al nostro mondo frammentato e disarmonico».

Del resto, fa notare, «anche se appartengono a tempi e luoghi diversi e hanno svolto missioni diverse, tutte hanno in comune la testimonianza di una vita santa. Docili allo Spirito, per la grazia del Battesimo, hanno seguito il loro cammino di fede, mosse non da ideologie mutevoli, ma da un’incrollabile adesione all’“umanità di Cristo” che permeava le loro azioni». E sebbene anch’esse si siano «sentite a volte incapaci e limitate di fronte a un’impresa che le superava», potevano attingere la forza «dall’amore di Dio che riempiva il loro cuore», ha sottolineato Francesco. Infatti «hanno potuto realizzare pienamente la loro vocazione, il loro progetto di vita. Un cammino accessibile a tutti, quello della santità ordinaria».

E poiché, prosegue il vescovo di Roma, l’odierna sensibilità del mondo esige che siano restituiti alle donne la dignità e il valore di cui sono state dotate dal Creatore, l’esempio di vita di queste sante può servire a evidenziare alcuni elementi che delineano quanto la femminilità sia necessaria nella Chiesa e nel mondo: in particolare la loro forza «per affrontare le difficoltà, la naturale disposizione a essere propositive per ciò che è più bello e umano e una visione lungimirante del mondo e della storia — profetica — che le ha rese seminatrici di speranza e costruttrici di futuro».

Rimarcandone infine la «dedizione al servizio dell’umanità» che «era accompagnata da un grande amore per la Chiesa» e per i Pontefici, conclude Papa Bergoglio, esse si sentirono «corresponsabili nel porre rimedio ai peccati e alle miserie del loro tempo», contribuendo «alla missione di evangelizzazione in piena armonia e comunione ecclesiale».