Bailamme

Anche se la voce trema

 Anche se la voce trema  QUO-052
04 marzo 2022

Cantano, le donne ucraine, nelle piazze d’Europa che si muovono per la pace. Cantano, le donne ucraine nei bunker sotterranei, nelle viscere di Kiev, nelle cripte delle chiese ortodosse e cattoliche. «Ma come potevamo noi cantare, con il piede straniero sopra il cuore?» Chiedeva Salvatore Quasimodo, e la domanda — ripensando al Salmo 137 «Come cantare i canti del Signore in terra straniera?» — ci tocca il cuore: si può cantare, con coraggio e speranza, anche nella paura e ne dolore? O tocca piegarsi e appendere ai rami dei salici le nostre cetre, annichiliti, lasciando spazio solo al silenzio, al mistero?

C’è un canto che sprona i soldati, che incita alla battaglia. Non è questo il canto. C’è un canto che ricorda gli affetti, per la propria terra, i propri cari. Questo è il canto. C’è un canto che chiede, implora. Questo è il canto.

Si può cantare per fare memoria, per essere consolati. Perché la fede cristiana è più grande del cedimento alla disperazione, anche se la voce trema. Questo è il fondamento della speranza, non i propositi bellicisti che covano in canti e grida guerriere che dilagano in un mondo che pare impazzito, che sembra rotolare accecato verso la guerra come soluzione finale e inevitabile.

C’è una canzone toccante di Claudio Chieffo che si intitola La guerra. Contro l’ingiustizia, contro la falsità. Tutti vorremmo essere eroi, tutti ci sentiamo giusti. Ma «con le mie mani non potrò mai fare giustizia». Non confondiamoci coi regimi che diciamo di combattere, con le loro stesse parole.

Dopo l’invasione terribile della Cecoslovacchia, nel ‘68, il metropolita Antonij di Suroz pronunciò in un ’omelia: «Cristo è morto perché i giusti sono perseguitati e perché i peccatori vanno alla perdizione. In questa duplice unità con il giusto e il peccatore preghiamo per la salvezza dell’uno  dell’altro». Pare sottovalutazione della realtà, pare follia irenista. Ma è la sola strada, in coscienza e coscienti del destino del mondo.

di Monica Mondo