Videomessaggio del Pontefice in occasione del Premio Zayed 2022

Per la fratellanza di tutta la famiglia umana

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28 febbraio 2022

Il “Premio Zayed per la Fratellanza Umana 2022” possa essere per i vincitori uno «stimolo a continuare nell’impegno in favore dell’unità e della pace mondiale». Lo ha auspicato Papa Francesco nel videomessaggio trasmesso il 28 febbraio, per la cerimonia — svoltasi il 26 — di conferimento del riconoscimento, andato pari merito ai Reali di Giordania — il re Abdullah ii Ibn Al Hussein e la regina Rania Al Abdullah — e alla Foundation for knowledge and liberty (Fokal) di Haiti. L’iniziativa, promossa dall’Alto Comitato per la Fratellanza Umana (Hchf), si propone «di riconoscere il contributo e l’impegno di singoli individui o istituzioni per il progresso umano e l’edificazione della convivenza pacifica». Rivolgendosi ai vincitori, alla giuria e al Grande imam di Al-Azhar, firmatario con lui il 4 febbraio 2019 del Documento sulla Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza comune, il Pontefice ricorda la recente celebrazione della Giornata internazionale dedicata a questo tema, definendola «un altro passo avanti nel nostro comune cammino di fratellanza!».

Esprimendo gratitudine allo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan «per il sostegno all’Hchf, che cerca di diffondere i valori e i principi del Documento in tutto il mondo e di realizzarne gli obiettivi», il vescovo di Roma sottolinea che il Premio «in memoria dello sceicco Zayed bin Sultan al Nahyan, fondatore degli Emirati Arabi Uniti nel 1971, rappresenta un modo per sostenere e ringraziare tutti coloro che si adoperano per la giustizia, la solidarietà e la fratellanza».

In proposito Francesco esorta «coloro che ne sono stati insigniti» a proseguire la loro opera al servizio dell’«unità di tutta la famiglia» umana e della pace» portando avanti «i valori dell’amore, della tolleranza e della fraternità», confidando «anche che il loro esempio possa incoraggiare altri a intraprendere iniziative che promuovano la coesistenza pacifica e siano segno di feconda collaborazione tra uomini di religioni diverse a servizio di tutta l’umanità».

Nel rimarcare «l’impegno delle Loro Altezze Reali nell’accogliere un gran numero di rifugiati, nel promuovere i valori della convivenza, del dialogo fra le diverse tradizioni religiose, nella lotta contro le discriminazioni e per l’emancipazione dei giovani e delle donne», il Papa ringrazia re Abdullah ii e la regina Rania per aver «contribuito a fare del Regno di Giordania un modello di tolleranza e convivenza». Inoltre, aggiunge, «il Premio oggi Loro assegnato è un riconoscimento che va anche a tutto il popolo giordano, che con determinazione e coraggio, pur in mezzo a tante difficoltà, persegue la strada della pace, della moderazione e del rifiuto della violenza».

Congratulandosi anche con la Fokal — che dal 1995 grazie agli sforzi della fondatrice e presidente Michèle Pierre-Louis, si impegna al servizio del bene comune difendendo i diritti umani, in modo particolare quello all’istruzione — il Pontefice sottolinea «quanto sia presente» nel suo cuore e nelle sue preghiere «il popolo di Haiti». Da qui la gratitudine per la dedizione della Fondazione «a promuovere una società più umana, basata sul valore della fraternità» e «per l’attenzione alle nuove generazioni e alla loro formazione, perché attraverso di loro può avvenire un vero cambiamento nella società».

«C’è bisogno di passione, di creatività per restituire ad Haiti — spiega Francesco — la prospettiva concreta di un futuro migliore. Il popolo haitiano ha troppo sofferto a causa delle calamità naturali — tante! —, dei problemi sociali e delle emergenze umanitarie, tante». Da qui l’invito a pregare «per Haiti: è gente buona, gente brava, gente religiosa, ma sta soffrendo tanto!», conclude.