La telefonata tra Biden e Putin non allenta la tensione al confine ucraino

Con il fiato sospeso

A U.S. Air Force Sikorsky UH-60 Black Hawk lands at Rzeszow-Jasionka Airport, Poland February 13, ...
14 febbraio 2022

Kiev, 14. La comunità internazionale segue con il fiato sospeso l’evolversi della grave situazione nell’est ucraino dopo lo stallo nelle trattative diplomatiche ai massimi livelli, con il colloquio tra i presidenti statunitense e russo, Joe Biden e Vladimir Putin, che ha portato solo alla generica e laconica promessa di proseguire con il dialogo.

L’Ucraina è pronta a tutto, anche a un drammatico scenario di guerra. Nelle ultime ore dalla Lituania è giunta una fornitura del sistema missilistico anti-aereo Stinger, mentre altre 180 tonnellate di munizioni sono state trasferite dagli Stati Uniti, per un totale di circa 1.500 da quando, nelle ultime settimane, Mosca ha ammassato 140.000 soldati al confine ucraino.

La situazione si fa, dunque, sempre più tesa. La Polonia ha lanciato l’allarme, in caso di escalation della crisi, su un’ondata di profughi provenienti dalla vicina Ucraina. Varsavia, ha detto il ministro dell’Interno, Mariusz Kamiński, sta considerando «una serie di scenari». «Uno di questi — ha precisato Kamiński — prevede di preparare i vertici delle amministrazioni regionali al possibile afflusso di rifugiati dall’Ucraina che, in caso di conflitto, potrebbero cercare rifugio nel nostro Paese». Polonia e Ucraina condividono una frontiera di oltre 530 chilometri.

Di pari passo con le uscite a vuoto della diplomazia, il timore di un’invasione armata russa cresce di ora in ora anche tra le cancellerie finora più prudenti. A partire da Berlino, che alla vigilia delle visite a Kiev (oggi) e Mosca (domani) del cancelliere Olaf Scholz alza i toni e parla di una situazione «critica», minacciando sanzioni «immediate». Una posizione ribadita anche dal presidente tedesco, Frank-Walter Steinmeier, nel giorno della sua rielezione. «Faccio un appello al presidente Putin: sciolga il cappio attorno al collo dell’Ucraina. Si unisca a noi nella strada che porta alla preservazione della pace in Europa. E non sottovaluti la forza della democrazia», ha ammonito Steinmeier.

«Nessuno dovrebbe sorprendersi se la Russia creerà un incidente per giustificare l’azione militare che aveva pianificato da sempre», ha ribadito il segretario di Stato americano, Antony Blinken. Ma in più di un’occasione il Cremlino ha negato che la Russia abbia intenzione di invadere l'Ucraina. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha reso noto che le relazioni tra Mosca e Washington sono a un «livello molto basso». Ci sono alcuni canali di dialogo, ha affermato in dichiarazioni ai media russi riportate dalla Bbc, ma quando si tratta di «rapporti bilaterali, si può parlare solo in negativo». Biden e Putin «parlano, c’è dialogo su altri fronti», ha detto ancora Peskov, affermando che si tratta di un aspetto positivo «perché solo un paio di anni fa non c’era dialogo, non c’erano contatti del genere».

Il coordinamento con gli alleati del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, resta comunque costante. Dopo un colloquio nella tarda mattinata di ieri con il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che ha ribadito la solidarietà dei 27, è arrivato un nuovo briefing con Biden, che lo ha aggiornato sulla telefonata con Putin.

Il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, ha fatto sapere che il lavoro sul pacchetto di sanzioni contro la Russia è in corso e coprirà un’ampia gamma di settori: sanzioni finanziarie, economiche e commerciali, compreso il controllo dell’export.

Toni duri da Washington, dove la Casa Bianca ha ribadito in una nota che la risposta all’eventuale aggressione russa avverrà «in modo rapido e deciso», spiegando che Biden e Zelensky hanno concordato «sull'importanza di continuare a perseguire la diplomazia e la dissuasione».