Olimpiadi e Paralimpiadi invernali

Nel segno dell’enciclica «Fratelli tutti»

Olympics - Beijing 2022 Winter Olympics - Torch Relay - Beijing, China - February 4, ...
04 febbraio 2022

Anche Papa Francesco ha la sua squadra, Athletica Vaticana, con un piccolo ma agguerrito team paralimpico


"Stanno per aprirsi a Pechino i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali, rispettivamente il 4 febbraio e il 4 marzo prossimi. Rivolgo di cuore il mio saluto a tutti i partecipanti; auguro agli organizzatori il miglior successo e agli atleti di dare il meglio di sé. Lo sport, con il suo linguaggio universale, può costruire ponti di amicizia e di solidarietà tra persone e popoli di ogni cultura e religione. Ho apprezzato, pertanto, che allo storico motto olimpico Citius, Altius, Fortius — Più veloce, più in alto, più forte — il Comitato Olimpico Internazionale abbia aggiunto la parola Communiter, cioè Insieme, perché i Giochi Olimpici facciano crescere un mondo più fraterno. Con un particolare pensiero abbraccio tutto il mondo paralimpico. La medaglia più importante la vinceremo insieme se l’esempio delle atlete e degli atleti con disabilità aiuterà tutti a superare pregiudizi e timori e a far diventare le nostre comunità più accoglienti e inclusive. Questa è la vera medaglia d’oro! Inoltre, seguo con attenzione ed emozione le storie personali di atlete e atleti rifugiati. Le loro testimonianze contribuiscano a incoraggiare le società civili ad aprirsi con sempre maggiore fiducia a tutti, senza lasciare nessuno indietro. Alla grande famiglia olimpica e paralimpica auguro di vivere un’esperienza unica di fratellanza umana e di pace. Beati gli operatori di pace! (Matteo 5, 9)"

(Udienza generale, mercoledì 2 febbraio)

Franciscus


La pandemia non cancella la realtà che l’umanità ha bisogno di sognare con grandi imprese che lo sport è in grado di offrire. Pur con pochi spettatori e tra rigide misure per evitare i contagi, i Giochi olimpici — invernali o estivi — rappresentano anche un tentativo, per quanto imperfetto, di realizzare l’ideale di un’umanità in pace. A rafforzare questa idea c’è proprio la tregua olimpica, ispirata all’ekekheiria dell’antica Grecia: un periodo in cui le guerre venivano sospese per consentire agli atleti di potersi preparare alle competizioni e a tutti di spostarsi liberamente verso Olimpia.

Ma è soprattutto nel villaggio olimpico che, oggi, l’antica idea di tregua trova realizzazione concreta. Lì, per tutta la durata delle Olimpiadi, convivono atleti di tutti i Paesi, condividendo la mensa, la palestra, i luoghi di svago. Grandi campioni e atleti esordienti, superpotenze sportive e piccoli Stati che riescono a mandare un solo rappresentante, Paesi in conflitto tra di loro: tutti si ritrovano ad abitare insieme vivendo “il sogno” della pace. E oggi, mentre continuano a soffiare venti di guerra, è più importante che mai ripetere l’invito alla pace.

L’espressione della solidarietà sportiva oggi vede impegnato il Comitato olimpico internazionale in un’operazione di trasferimento di “risorse” umane ed economiche dai Comitati nazionali più ricchi a quelli più poveri, per far sì che tutti possano avere la possibilità di praticare sport e di partecipare ai Giochi. In linea, dunque, con il messaggio di Papa Francesco, espresso nell’enciclica Fratelli tutti.

Anche Athletica Vaticana, la società polisportiva ufficiale costituita tre anni fa in Vaticano, esprime nel suo motto l’ideale della fratellanza umana: prendendo come ispirazione il Vangelo di san Giovanni che racconta la corsa di Pietro e Giovanni, insieme, verso il sepolcro la mattina di Pasqua: Simul currebant. E come ricordava Papa Francesco, ricevendo Athletica Vaticana, nello sport ciascuno dà il meglio di sé, ma occorre anche saper andare al passo del più debole.

Sono convinto che il senso di solidarietà sportiva, e quindi anche sociale, raggiunga il suo valore più alto in occasione dei Giochi Paralimpici. Ed è di grande significato che il Papa abbia la sua squadra paralimpica, ufficiale, in Athletica Vaticana. Piccola ma agguerrita.

Si apriranno il 4 marzo, sempre a Pechino. Le storie di atleti con una disabilità — dalla nascita o in seguito a malattia o incidente — sono una testimonianza che ha tanto da insegnare. Quel quindici per cento dell’umanità che ha una disabilità, come rilancia il motto della campagna Wethe15 promossa dal Comitato paralimpico internazionale — con l’adesione di Athletica Vaticana — trova negli atleti paralimpici i migliori ambasciatori per mostrare al mondo la dignità di ogni essere umano.

Le Olimpiadi e ancor più le Paralimpiadi rivelano tutto il loro potenziale di trasformazione, un’occasione unica per abbattere i muri e costruire ponti. E troppe barriere ancora impediscono alle persone con disabilità una piena inclusione.

di Melchor Sanchez de Toca
Sotto-segretario del Pontificio Consiglio della cultura