Nel romanzo di ieri (e di oggi) di Rafael Salmerón

L’aquilone dei troppi Noah

 L’aquilone  dei troppi Noah  QUO-019
25 gennaio 2022
Può un pezzo di stoffa cambiare la vita? Può una separazione, anche se fatta di nulla (un vecchio lenzuolo nella fattispecie, il pezzo di stoffa di cui sopra), segnare il confine tra due mondi, tra due modi di essere? È ambientato a Cracovia, ma sarebbe potuto essere Roma, Parigi, Berlino. Siamo a inizio anni Quaranta, ma sarebbero potuti essere i decenni successi, oppure oggi. Perché ricordare non ha senso solo per non dimenticare il passato, ma ha senso per non dimenticare il futuro, per impedire che i domani perpetuino — con nomi nuovi, con stemmi, colori e suoni nuovi — i tanti, troppi ieri. Cosa che invece, regolarmente, accade. Si riflette su tutto questo con L’aquilone di Noah (Crema, Uovonero 2022, pagine 240, euro 15, traduzione di Daria Podestà), il poetico e incandescente romanzo dello ...

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