Una nuova vita per Mustafa

 Una nuova vita per Mustafa  QUO-016
21 gennaio 2022

Lo scatto che lo immortalava sorridente con il padre, anche lui mutilato, era diventato il simbolo della tragedia siriana. Oggi Mustafa al-Nazzal, il bambino di cinque anni nato senza arti a causa di un bombardamento aereo con armi chimiche, e suo padre Munzir, guardano al futuro con rinnovata speranza. Di loro si occuperà, da metà febbraio, il centro protesi Inail di Vigorso di Budrio, in provincia di Bologna. «Il percorso inizierà con un esame in équipe multidisciplinare, in cui verrà elaborato, sia per il papà, sia per il bambino, il progetto personalizzato e saranno scelti i dispositivi tecnici più idonei, i target specifici e i tempi di riabilitazione», ha anticipato Gregorio Teti, direttore dell’Area tecnica del Centro protesi Inail di Vigorso. Saliti agli onori delle cronache grazie allo scatto del turco Mehmet Aslan, che gli ha consentito di vincere l’edizione 2021 del “Siena International Photo Awards”, i due protagonisti di questa storia a lieto fine trascorreranno un periodo a Siena in un alloggio della Caritas. Arriveranno questa sera e in queste ore fervono i preparativi per accoglierli al meglio. «Si stabilizzeranno qui ma raggiungeranno a breve Bologna per le cure del caso», spiega al nostro giornale il cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino. «L’auspicio è che questo bimbo insieme alla sua famiglia abbiano una prospettiva di vita nuova». Il porporato osserva inoltre che: «Si trovavano fino a qualche giorno fa in un campo profughi in Turchia e giungeranno questa sera in città provenienti da Istanbul.

La Misericordia di Siena li accompagnerà nella casa che abbiamo predisposto per loro. Una struttura che ha accolto anche altre persone in difficoltà che conta sulla presenza costante di un gruppo di volontari. Abbiamo deciso di accompagnarli e di assisterli a tutto tondo perché è una famiglia che viene da una situazione estremamente critica. Bambini come Mustafa non hanno mai visto una tv e non sanno neanche cosa sia», aggiunge Lojudice. «Si tratta di una forma di accoglienza, certamente particolare, anche perché sostenuta da una poderosa campagna mediatica e dalla foto che ha fatto il giro del mondo, ma si inserisce in quelle che per noi sono “accoglienze ordinarie” che Siena abitualmente promuove, così come avviene in tutte le parrocchie».

L’abbraccio della città e della diocesi coincide casualmente con un convegno che si terrà nel pomeriggio su Amoris laetitia, la seconda esortazione apostolica di Papa Francesco. «È inevitabile che le nostre riflessioni e i nostri approfondimenti riguarderanno anche la vicenda di Mustafa. Ed è bello che sia capitato proprio in questa giornata» rivela l’arcivescovo. «Quella foto è arrivata al mondo» aveva detto la mamma di Mustafa, Zeinab, subito dopo il premio, aggiungendo: «Abbiamo cercato per anni di farci sentire per aiutare mio figlio con i trattamenti, faremmo di tutto per dargli una vita migliore». Da questa sera gli sforzi per la sopravvivenza di una famiglia, profondamente segnata dal dolore, verranno ripagati. E questo grazie a quella che lo stesso cardinale Lojudice ha definito «la foto della Provvidenza».

di Davide Dionisi