Il teatro

Una tazza di tempesta

14 dicembre 2021
«Ogni volta che mi accorgo ad atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell’anima scende come un novembre umido e piovigginoso, ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me (… ) allora dico che è tempo di mettermi in mare al più presto». Parola di Ismaele, voce narrante di Moby Dick di Melville. Un libro-mondo in cui immergersi, non solo con l’ausilio della lettura. «Si accende qualcosa ogni volta che lo si prende in mano, il libro, e allora poi si comincia a immaginare in grande, balene, velieri, oceani, via, le cose più esagerate» si legge in un forum dedicato a Una tazza di mare in tempesta di Roberto Abbiati, uno spettacolo-bonsai «per poco pubblico che assista a piccoli oggetti che evochino grandi cose. Tutto rubato da Melville, per pochi minuti. Come se si fosse nella ...

Questo contenuto è riservato agli abbonati

paywall-offer
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati