Il patriarca Bartolomeo per la Festa del Trono

Dialogo di amore e verità

10 dicembre 2021

Pubblichiamo una nostra traduzione di lavoro dall’inglese del saluto rivolto dal patriarca ecumenico Bartolomeo alla delegazione della Chiesa di Roma giunta al Fanar lo scorso 30 novembre, in occasione della Festa del Trono del Patriarcato ecumenico.

Eminenza Cardinale Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e membri della Delegazione ufficiale della nostra Chiesa sorella dell’Antica Roma,

Ricolmi di sentimenti di amore e di stima, vi salutiamo e diamo il benvenuto qui, nel festoso Fanar, mentre rispettosamente portate gli auguri di Sua Santità Papa Francesco per la festività. La preghiamo, amata Eminenza, di portare a Sua Santità nostro fratello i cordiali ringraziamenti della Chiesa di Costantinopoli e di nostra Modestia per avere gentilmente inviato la sua Delegazione e per la partecipazione della Chiesa di Roma agli eventi della nostra Festa del Trono.

La pandemia da coronavirus ha avuto diversi impatti sulla nostra vita ecclesiastica e sui dialoghi inter-cristiani. Per ormai due anni di seguito non è stato possibile realizzare gli obiettivi della Commissione mista internazionale per il Dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa attraverso incontri diretti. Speriamo che ciò possa avvenire il prossimo 22 maggio e che anche la convocazione della plenaria della Commissione torni a seguire il suo corso. Il fatto certo è che l’attuale tema del dialogo — «Primato e conciliarità nel secondo millennio e oggi» — riguarda la natura, la struttura e la funzione della Chiesa, nonché la sua unità e cattolicità. Siamo specialmente lieti di tutte le iniziative di Papa Francesco relative all’importanza dell’appropriata funzione della conciliarità. Di fatto, anche su questo argomento il Dialogo tra la Chiesa di Roma e la Chiesa ortodossa si è dimostrato un ambito produttivo di profonda conoscenza teologica e di reciproco arricchimento ecclesiologico. Siamo convinti che questo Dialogo di amore e di verità nutra e rafforzi più largamente lo spirito di dialogo e favorisca l’incontro delle nostre Chiese con il mondo contemporaneo.

Consideriamo un’immensa benedizione il fatto di condividere con nostro fratello Francesco una sensibilità e un approccio comuni alle vaste sfide contemporanee. La nostra testimonianza cristiana nel mondo è portata avanti dai nostri incontri personali come anche dalle nostre dichiarazioni e iniziative congiunte dinanzi a questioni globali scottanti come il cambiamento climatico, il problema dei rifugiati, la tutela dei diritti umani, la disuguaglianza sociale, la protezione dell’infanzia, lo scontro con il fondamentalismo religioso e altre tematiche. Aspiriamo alla promozione di una cultura di solidarietà e fratellanza, sapendo che la vita stessa della Chiesa è una grande rivoluzione nei campi delle relazioni umane, della protezione della santità e della bellezza della persona umana come anche della rivelazione del suo destino eterno in Cristo.

Sappiamo tutti che la Chiesa di Cristo vive in un mondo molto diverso da quello di altre epoche; e in questo mondo, la Chiesa ha il dovere di proclamare il Vangelo della Grazia che è giunta per mezzo di Cristo e che verrà attraverso il Regno del Padre, Figlio e Spirito Santo, un mondo che la Chiesa non può rifiutare e con il quale non si può identificare. La Chiesa rappresenta ed esprime tutto ciò che l’umanità non può fornirsi da sola: vale a dire, la dimensione trascendente della sua esistenza, che nessuno sviluppo culturale e progresso scientifico copre o elimina. L’adeguamento della Chiesa allo spirito del tempo presente la priva della capacità di servire questa natura trascendente e spirituale dell’umanità. In tal senso, come giustamente sottolinea il padre Georgij Florovskij di venerata memoria, «la Parola di Dio non può essere facilmente adeguata o adattata alle usanze e agli atteggiamenti effimeri di un particolare tempo, compreso il nostro. Purtroppo, spesso siamo inclini a misurare la Parola di Dio secondo la nostra statura invece di verificare la nostra mente secondo la statura di Cristo» (cfr. «The Lost Scriptural Mind», in Collected Works of Georges Florovsky, Vol. i : Bible, Church, Tradition: An Eastern Orthodox View, Büchervertriebsanstalt, Vaduz, 1987, pp. 9-16). Ciò che è evidente è che né la secolarizzazione né l’introversione e l’isolamento nella Chiesa rappresentano l’esperienza e l’applicazione adeguata della sua natura di essere “nel mondo” ma non “del mondo”.

Con questi pensieri e sentimenti salutiamo la vostra presenza presso la venerabile Sede del Patriarcato ecumenico. Esprimiamo la nostra sincera gratitudine al nostro fratello Papa Francesco per le sue cordiali parole in occasione dei 30 anni della nostra elezione al Trono di Andrea, primo chiamato tra gli apostoli, insieme ai nostri ferventi auguri per il suo imminente 85° compleanno. Infine, preghiamo perché Colui che è glorificato nei Suoi apostoli Andrea e Pietro, i quali hanno imitato e partecipato alla Passione del Signore e fondato le nostre Chiese, vi possa concedere buona salute e ogni benedizione dall’alto per il proseguimento del vostro nobile ministero nella Chiesa, concludendo con particolare stima e profondo amore nel Signore.