Bailamme

Deportati

10 dicembre 2021

La tragedia del camion rovesciato stipato di migranti, avvenuta ieri nella regione messicana del Chapas, fa tornare alla mente tante altre vicende simili alle quali ormai siamo come assuefatti. Il Papa durante l’ultimo viaggio ha esortato a vincere la tentazione dell’indifferenza e appunto dell’assuefazione che porta a non guardare, a volgere lo sguardo dall’altra parte. Risultato: ci sono persone che risultano “invisibili”. E senza nome.

È quello che accadde il 28 gennaio del 1948 quando, in un incidente aereo in California, proprio al confine con il Messico, persero la vita 28 lavoratori messicani stagionali che stavano per essere forzatamente rimpatriati perché il loro permesso di soggiorno era scaduto. La radio diede la notizia parlando soltanto e semplicemente di “deportati”. Ma qualcuno ha voluto “vedere” e dare un nome a questi “deportati”. Deportees è una delle ultime canzoni di Woody Guthrie, il famoso folk singer dell’Oklahoma che dopo aver ascoltato la notizia alla radio, compose i seguenti versi (poi musicati da Martin Hoffman e cantati da Pete Seeger nel 1958). Tre anni dopo il “figlio” di Guthrie, Bob Dylan, presentò al mondo la sua canzone più famosa, Blowin’ in the wind in cui cantava: «Quante volte un uomo può girare la sua testa e fingere di non vedere?».

Deportati
(Disastro aereo a Los Gatos)

I raccolti sono tutti caricati e le pesche stanno marcendo

Le arance sono tutte impacchettate in ammassi di creosoto

Vi stanno riportando indietro in volo verso il confine messicano

perché voi poi spendiate tutto il vostro denaro per guadare di nuovo

[Rit.] Addio Juan, addio Rosalita

Addio amici miei, Jesus e Maria

Non avrete un nome quando sarete su quel grande aeroplano

Il solo nome che vi daranno sarà deportati

Il padre di mio padre guadò quel fiume

Gli presero tutto il denaro che aveva guadagnato nella sua vita

I miei fratelli e le mie sorelle lavoravano nei frutteti

Guidando i grossi autocarri per tutta la vita

L’aereo prese fuoco sul Los Gatos Canyon

Una sfera infuocata di lampi che fece tremare le colline

Chi sono questi compagni che son morti come foglie secche

Alla radio sento dire che sono solo deportati

Abbiam trovato la morte tra le vostre colline e nei vostri deserti

nelle vostre valli e nelle vostre pianure

sotto i vostri alberi e nei vostri cespugli

Su entrambe le rive del fiume abbiamo trovato eguale morte

Alcuni di noi sono clandestini, altri indesiderati

Il nostro contratto di lavoro è terminato e dobbiamo trasferirci

Ma ci sono seicento miglia dal confine Messicano

Ci danno la caccia come fuorilegge, come ladri di bestiame, come rapinatori

È questo il modo migliore con cui possiam far crescere i nostri frutteti

È questo il modo migliore con cui possiam far crescere la buona frutta

morire come foglie secche e marcire sul terreno

ed esser conosciuti con nessun nome se non “deportato”.

di Andrea Monda