Il saluto del presidente della Repubblica

Camminare in solidarietà e fratellanza

 Camminare in solidarietà e fratellanza  QUO-276
03 dicembre 2021

La seconda visita ufficiale di un Pontefice a Cipro è un momento storico, che «suscita sentimenti di particolare commozione e sincera gioia». Lo ha detto il il presidente della Repubblica Nicos Anastasiades dando il benvenuto a Papa Francesco durante l’incontro con le autorità.

Cipro, ha fatto notare, è il «luogo segnato dal passaggio dei grandi missionari e uno dei primi anelli della “catena” cristiana» che «determinò la diffusione del cristianesimo». Allo stesso tempo, l’isola è sempre stata ospitale e un «luogo di pacifica aggregazione di popoli e parte di un’area geografica più ampia», in cui culture e religioni sono in un duraturo rapporto di dialogo, favorendo la creazione di un ambiente vario e multiculturale.

In un’epoca piena di sfide ma anche «di vari problemi che affliggono l’umanità», ha aggiunto il presidente, la presenza del Papa lancia messaggi di ispirazione, coraggio e speranza. Messaggio simile a quelli «diffusi anche dalla poliedrica attività diplomatica internazionale e più ampia, sviluppata dalla Santa Sede». Un’attività «incredibilmente diversificata che si basa su una serie di iniziative» che riguardano, tra l’altro, «la pacifica convivenza delle persone», la promozione del dialogo tra Stati, religioni e culture, ma anche la «risoluzione pacifica di controversie bilaterali o multilaterali, senza l’uso della violenza della forza militare».

È in questa lunga tradizione di servizio, ha sottolineato, che «si è consolidata, nel tempo, la Santa Sede». E attraverso la sua opera pastorale, Papa Francesco ha aggiunto a questo percorso la sua impronta personale.

Ne è conferma, tra l’altro, l’attenzione manifestata, «subito dopo l’inizio del suo pontificato, per la riforma e il rinnovamento della Chiesa», in particolare riguardo all’«orientamento teologico e culturale del cattolicesimo». Il Pontefice, ha rimarcato Anastasiades, «promuove i principi e i valori che vive, come risposta a ogni cieco fanatismo e intolleranza». Principi e valori che «trascendono gli interessi individuali e nazionalistici e creano una società incentrata sull’uomo». Per questo, viene chiamato “il Papa dei poveri”, poiché attraverso le «sue azioni mostra una speciale sensibilità e cura verso la tutela e il sostegno» delle persone nella prova e nel bisogno, indipendentemente dalla loro religione o provenienza. Inoltre, l’azione efficace «nell’affrontare i problemi contemporanei è indicativa della sua chiara visione dell’importanza di un cristianesimo umano e tollerante come mezzo potente per promuovere i valori della pace, della solidarietà e della fratellanza tra i popoli».

Prova di questo orientamento è l’attenzione speciale e la operosa attività per la difesa dei diritti umani, il superamento della povertà e il raggiungimento dello sviluppo umano sostenibile; per la lotta al terrorismo, al fondamentalismo religioso e al razzismo; per la questione del cambiamento climatico.

Anche la Repubblica di Cipro, ha fatto notare il presidente, condivide questa stessa visione, realizzando attraverso delle iniziative «le proposte e la significativa cooperazione che sviluppiamo su tutto il nostro territorio, per rendere Cipro un forte pilastro di stabilità, sicurezza, convivenza pacifica e prosperità nella nostra regione». Infatti, ha aggiunto rivolgendosi al Pontefice, la sua «forte preoccupazione circa la minaccia di catastrofe ambientale», come è espressa tra l’altro, nell’enciclica Laudato si’, «è anche la nostra».

È per questo motivo, e riconoscendo le conseguenze del cambiamento climatico, che è stata intrapresa «un’iniziativa regionale volta a riunire i principali scienziati» e responsabili nella regione, con «l’obiettivo di sviluppare soluzioni operative e praticabili» per risolvere questo problema.

Il popolo di Cipro, ha evidenziato ancora il presidente, «ha sperimentato in alto grado e conosce meglio di chiunque altro il dolore dello sradicamento e dell’essere cacciati dalle proprie case paterne». Come è ricordato in modo particolare negli Atti degli Apostoli, è nell’isola che «trovarono rifugio anche i discepoli perseguitati, dopo la lapidazione del primo martire, Stefano».

In pieno accordo con le indicazioni del Papa, ha continuato Anastasiades, «accogliamo, proteggiamo, promuoviamo e integriamo» le persone che giungono nell’isola, e come governo «mostriamo pieno rispetto per la tutela del diritto all’immigrazione e dei diritti umani degli immigrati». In tal senso, Cipro è diventata il primo Paese di destinazione «per quota di popolazione nell’accoglienza dei rifugiati», ma anche di «grandi flussi di persone immigrate clandestinamente attraverso i territori occupati», e per questo, «abbiamo incontrato innumerevoli difficoltà nella loro gestione».

Il presidente ha poi ricordato che la Santa Sede e la Repubblica di Cipro, dall’allacciamento delle relazioni diplomatiche ufficiali nel 1973, «hanno cooperato in modo costruttivo su una serie di questioni». E oggi è sempre forte la volontà di promuovere «l’ulteriore rafforzamento e approfondimento degli eccellenti legami che caratterizzano le nostre relazioni bilaterali e la nostra cooperazione reciprocamente vantaggiosa». Una conferma in proposito è la disponibilità del Consiglio dei ministri cipriota a favorire la costruzione di una nunziatura a Nicosia.

Il presidente ha poi fatto riferimento alla pandemia da covid-19, affermando che per rispondere efficacemente agli effetti immediati, a medio e lungo termine di questa e di altre crisi analoghe al di là dei confini di Stato, «è della massima importanza adottare misure comuni e azioni coordinate a livello internazionale». Perciò occorre camminare nella solidarietà e nella fratellanza.

Anastasiades ha poi fatto riferimento alle questioni della divisione dell’isola, dei profughi, dei dispersi e del saccheggio di monumenti culturali e religiosi. E riferendosi a quest’ultimo aspetto, ha detto che si tratta di «un patrimonio di tutta l’umanità e della cultura mondiale».

Il presidente ha poi osservato che l’arrivo del Papa da Roma — «terra dove si trovano la tomba dell’apostolo Pietro e quella dell’apostolo Paolo» — a Cipro, «terra occupata e luogo della tomba dell’apostolo Barnaba, terra dove essi camminarono e insieme insegnarono i principi e i valori del cristianesimo, è altamente simbolico». Affidandosi gli uni agli altri nella fede come hanno fatto gli apostoli, ha concluso, «dobbiamo continuare a lavorare con impegno assoluto per raggiungere i nostri obiettivi comuni per il futuro del cristianesimo, dell’Europa e dell’intera umanità».