Dichiarazione della Santa Sede sulla conferenza sul clima

Le decisioni della Cop26 rispondano veramente al grido della Terra e dei poveri

 Le decisioni della Cop26 rispondano veramente al grido della Terra e dei poveri  QUO-258
12 novembre 2021

Si conclude oggi a Glasgow, in Scozia, la Cop26, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. In queste ultime ore del summit si lavora freneticamente ai dettagli dell’accordo finale. La Santa Sede – in una dichiarazione che pubblichiamo integralmente qui di seguito – ha elogiato l’impegno degli Stati a limitare l’aumento della temperatura, ribadendo la necessità di un accordo su una tabella di marcia chiara.

La Delegazione della Santa Sede ha espresso ai partecipanti della Cop26 le preoccupazioni di Papa Francesco per la nostra casa comune, evidenziando il volto umano della crisi climatica, il suo impatto sui più poveri e su coloro che hanno contribuito meno a causarla. Gli impegni ambiziosi assunti dagli Stati per limitare l’aumento della temperatura media globale a 1,5°C sopra i livelli preindustriali e fornire le risorse finanziarie necessarie per farlo sono promettenti e, di fatto, essenziali per la sopravvivenza delle comunità più vulnerabili.

La Delegazione della Santa Sede apprezza gli obblighi assunti dagli Stati nei loro impegni. Benché occorra fare molto di più, è importante essere proattivi nel trovare modi efficaci per mettere in atto gli impegni presi. Durante queste due settimane sono emersi diversi “vuoti” nei settori della mitigazione, dell’adattamento e del finanziamento.

Le risorse messe a disposizione per questi tre aspetti, che sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, dovranno essere rafforzate e rinnovate al fine di raggiungere quegli obiettivi.

La Santa Sede auspica che la Cop26 possa raggiungere un accordo su una chiara tabella di marcia per colmare presto questi vuoti, con i Paesi sviluppati che prendono l’iniziativa. La questione delle perdite e dei danni è particolarmente critica per quelle comunità che sono più vulnerabili ai cambiamenti climatici, come è stato riconosciuto anche il 4 ottobre nell’appello congiunto di leader religiosi e scienziati.

Papa Francesco ha evidenziato con chiarezza il debito ecologico e la solidarietà che i Paesi industrializzati devono ai poveri (cfr. Laudato si’, nn. 51 e 52).

La Delegazione della Santa Sede spera che le decisioni finali di questa Conferenza possano essere ispirate da un autentico senso di responsabilità verso le generazioni presenti e future, come anche dalla cura per la nostra casa comune, e che tali decisioni rispondano veramente al grido della Terra e al grido dei poveri (cfr. Laudato si’, n. 49). «Il tempo sta scadendo; questa occasione non va sprecata» (Lettera del Santo Padre Francesco ai cattolici di Scozia).