Dopo la lettera di dodici Paesi con la richiesta di erigere barriere ai confini

Ue: «No a nuovi muri»

Latvian army servicemen build a temporary fence from a barbed wire on the Latvian-Belarus border ...
09 ottobre 2021

Bruxelles, 9. Cresce la tensione riguardo le frontiere esterne all’Unione europea. Dodici Paesi hanno chiesto a Bruxelles di erigere muri per bloccare il passaggio dei migranti.

Nei primi sei mesi del 2021, gli attraversamenti irregolari dei confini europei sono cresciuti del 66%, rispetto allo stesso periodo del 2020. Le rotte principali hanno interessato il Mediterraneo centrale (+31.800) e le frontiere orientali (+4.200). Di fronte a questa situazione, Austria, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca e Ungheria hanno inviato una lettera alla Commissione europea e alla presidenza di turno del Consiglio Ue.

Le risposte dei leader europei sono state chiare e immediate. «Gli Stati membri hanno il diritto e la responsabilità di tutelare i loro confini», ha affermato Ylva Johannson, commissario europeo agli Affari interni, «tuttavia, non sono d’accordo a destinare i fondi Ue alla costruzione di muri. Ci sono già diversi progetti sul tavolo che presentano altre soluzioni, nel rispetto del Patto Ue per le migrazioni e l’asilo».

Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, non ha dubbi: «Questa lettera mette seriamente in pericolo i valori della democrazia europea. Proteggere i confini è un dovere nei confronti dei nostri cittadini. Ma alzare muri contro persone disperate significa rinnegare i nostri valori e perdere la nostra umanità. Davanti alle recinzioni non sparisce l’immigrazione. Cambiano soltanto le rotte. L’unica soluzione è una politica comune europea che salvaguardi il diritto d’asilo e regoli i flussi migratori».

In queste ore è poi arrivata la conferma di un fatto drammatico: gli uomini mascherati che, in Bulgaria, hanno aggredito i migranti sono dei poliziotti. «Questo comportamento è inaccettabile e sarà punito», ha affermato il ministro degli interni di Zagabria, «sono sicuro che si tratti di un’azione individuale». Sulla vicenda dei nuovi muri, il cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo, presidente della Commissione delle conferenze episcopali della Comunità europea, ha rilasciato una dichiarazione: «Noi crediamo che essere europei significhi anche essere solidali nella pratica. Come ha detto Papa Francesco, “noi sogniamo un’Europa che sia inclusiva e generosa, un luogo d’accoglienza e ospitalità, dove la carità, il più grande valore cristiano, supera ogni forma d’indifferenza”. Invitiamo l’Unione europea e i suoi membri ad accogliere, proteggere, integrare migranti e rifugiati».