09 ottobre 2021
Il ritorno
Bukavu è come una mano adagiata sul lago Kivu, con le sue cinque penisole lunghe e strette. A vederla dall’alto di una collina, con il sole che si riflette sull’acqua, sembra un posto di villeggiatura bello e quieto. Vederla da vicino è un’altra cosa: pezzi di strada asfaltata si alternano a mulattiere sterrate piene di sassi, avvallamenti, larghe buche e tombini aperti, che si spalancano minacciosi davanti ai piedi; pulmini, macchine, moto e camion enormi avanzano strombazzando a tutto spiano per far scansare le persone che, incessantemente, camminano in tutte le direzioni, trasportando sulla testa ogni genere di cose: dai materassi ai tubi di ferro, dai sacchi di patate alle reti per letti, a tronchi di legno lunghi dieci metri, a taniche gialle piene di benzina o acqua. Persino bare.
Emboutillage ...
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