L’arcivescovo Gallagher alla conferenza dell’Unctad

Per una nuova etica del bene comune

06 ottobre 2021

Bridgetown , 6. «Questa crisi offre un’opportunità unica per un cambiamento sostenibile. Nel corrente scenario la tragedia dello sperpero delle potenziali lezioni apprese, chiudendoci in noi stessi, sarebbe peggiore della crisi stessa. La famiglia umana ha l’opportunità di andare al di là di soluzioni tecnologiche o finanziarie a breve termine e tenere pienamente conto della dimensione etica nel cercare rimedi ai problemi attuali o proporre iniziative per il futuro».

Così si è espresso ieri, citando le parole di Papa Francesco, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, alla xv conferenza ministeriale dell’Unctad (Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo). L’incontro, svoltosi a Bridgetown, è stato dedicato in particolare al tema «Dalla disuguaglianza e dalla vulnerabilità alla prosperità per tutti».

L’arcivescovo Gallagher ha sottolineato in primo luogo come l’impatto della pandemia di covid abbia amplificato le diseguaglianze nel mondo. «La situazione globale del covid-19 ha portato alla recessione più grave dalla seconda guerra mondiale. Anche se la pandemia ha colpito tutti, le sue ricadute, in termini di salute e mezzi di sussistenza, hanno colpito in modo sproporzionato le persone più vulnerabili. Anche nei Paesi ad alto reddito, l'impatto economico è stato molto diverso. Coloro dotati di competenze digitali e risorse finanziarie hanno guadagnato, mentre le persone prive di tali risorse sono ricadute ancora più indietro; le donne, i giovani e i migranti sono stati i più colpiti». I Paesi più poveri e in via di sviluppo stanno attraversando oggi una situazione drammatica. «Il danno nei Paesi in via di sviluppo, dove lo spazio fiscale è limitato, è stato ancora maggiore, con livelli di povertà e insicurezza alimentare in aumento nonostante anni di progressi in questi settori» ha spiegato l’arcivescovo. «Pertanto, la pandemia ha drammaticamente esposto le linee di faglia e le fragilità esistenti nel modello economico prevalente». In altre parole, la pandemia ha peggiorato una situazione già critica.

Che cosa fare, dunque, per ripartire e costruire un mondo migliore? Il primo obiettivo deve essere la ridistribuzione fiscale: «La lotta alla disuguaglianza dilagante non può essere raggiunta senza una ridistribuzione fiscale e senza l’aumento della progressività delle tabelle di tassazione dei redditi. L’applicazione adeguata della tassazione alle società, in particolare delle imprese multinazionali è altrettanto importante» ha spiegato Gallagher. Inoltre, «è necessario un approccio multilaterale ambizioso alla ristrutturazione e alla riduzione del debito».

Secondo punto: «Un approccio più ambizioso e un riequilibrio del sistema multilaterale necessario per consentire ai Paesi in via di sviluppo di sfruttare lo spazio politico per trasformazione e convergenza», ha indicato l’arcivescovo.

Infine, terzo punto essenziale: «La salute e l’accesso a farmaci e vaccini è un’altra area caratterizzata da disuguaglianze significative che potrebbero avere ripercussioni significative in futuro e rischi pericolosi per la resilienza sistemica». Occorre quindi anche operare in questa direzione per promuovere l’uguaglianza e il rispetto dei diritti fondamentali. La nuova architettura multilaterale ha bisogno di «una nuova etica del bene comune».