Nelle parole del vescovo calvinista e del rabbino

Reciprocità possibile

 Reciprocità  possibile  QUO-207
13 settembre 2021

József Steinbach, vescovo calvinista, presidente del Consiglio ecumenico delle Chiese d’Ungheria, ha dato il benvenuto al Papa a nome delle dodici Chiese che ne fanno parte, definendo il Congresso eucaristico «una benedizione».

«Il dono dell’amore del Signore — ha detto — ci vincola a donarci reciprocamente, a prenderci cura gli uni degli altri, ad apprezzare la vita, l’ordine della creazione di Dio, a proteggere la terra che è la nostra abitazione, a pregare e ad agire concordemente, a vivere una vita bella e piena, dove tutta l’esistenza umana può realizzarsi, per la gloria di Dio e per il bene delle altre persone».

Ha preso, quindi, la parola Zoltán Radnóti, rabbino capo di Buda Sud. «La speranza di questo incontro storico di oggi — ha detto al Papa — è che ci convertiamo dalle nostre vie e continuiamo a vivere insieme, ebrei e cristiani, nel rispetto reciproco, nella comprensione umana e nel vero amore fraterno».

«Se ci chiudiamo in noi stessi, questa reciprocità è impossibile. La chiusura ci lega a un tronco, non permette allo spirito di librarsi liberamente» ha proseguito il rabbino. «Negli ultimi decenni abbiamo fatto molto, ebrei e cristiani, per abbattere i muri che ci separano, carichi di un passato gravoso. Abbiamo fatto molto — ha concluso — per vedere nell’altro non un estraneo ma un futuro amico, il nostro fratello della comune umanità».