DONNE CHIESA MONDO

Arte

L’immagine della santità

 L’immagine della santità  DCM-010
06 novembre 2021

Da Maria a Madre Teresa


Esistono figure significative di donne nell’arte moderna? Le immagini dei santi, specialmente quelle femminili, sono spesso associate a rappresentazioni virtuose e cariche di simboli. Eppure Papa Francesco nomina otto donne sante che hanno “scosso” la Chiesa e il mondo. Il cardinale Ravasi, parlando alla Radio Vaticana nel 2016, dice: «Non si tratta di adornarsi, per così dire, con una presenza femminile nella Chiesa. Vogliamo un giudizio delle donne, un giudizio oggettivo». In tal senso le immagini dei santi diventano spazi fisicamente esistenti e mentali nell’arte moderna. Susan Sonntag parla di «spazi di comunicazione».

Tra tutti i santi Maria è la “donna più potente del mondo”. Da Michelangelo, sino a Leonardo e Raffaello, è stata rappresentata in tutta la sua ambivalenza. Nella Madonna dei Palafrenieri di Caravaggio, anche se non è Maria a schiacciare la testa al serpente, Maria è la “levatrice” che costringe delicatamente il figlio a schiacciare il serpente, mettendo il suo piede sul suo. «Regina del cielo o casalinga?» è come il Kunstmuseum Basel ha presentato Maria nella mostra dal titolo «Archeologia della salvezza». Nel corso dei movimenti di emancipazione del XX secolo la raffigurazione della Vergine Maria è stata ritratta come un paradosso da combattere. Nel 1968 la teologa cattolica Mary Daly ha parlato di un «conflitto tra il concetto cristiano della donna come persona, fatta a immagine di Dio e la nozione di esseri inferiori», un argomento che si riflette anche nell'iconografia. In Andy Warhol Maria è la “Madonna moderna”, in quella di Maurice Denis è raffigurata come un essere naturale e in quella di Eugène Carrière come un simbolo elementare dell’emozione. Non si tratta di profanazione, perché vediamo nelle immagini un divenire umano.

Anche se spesso non sappiamo che aspetto avessero, le sante ispirano gli artisti di tutto il mondo. Lo scultore Karlheinz Oswald, per citare solo un esempio, mostra Ildegarda di Bingen nel 1998 con un collo aperto e un velo consumato e bucato per alludere al suo approccio trasgressivo alle tradizioni liturgiche.

In una scultura in marmo di Melchiorre Cafà che raffigura la prima santa d’America, santa Rosa di Lima, l’artista cerca di mettere nell’immagine l’atto del morire: Rosa nel momento del passaggio dalla vita alla morte. Questo corrispondeva al paradosso della passività attiva della santa che voleva dissolversi. L’arte crea spazi in cui il non rappresentabile non può essere semplicemente visto, ma incontrato.

In una fotografia si vede Teresa di Lisieux vestita come santa Giovanna d’Arco. Nell’iconografia cristiana classica Teresa d’Ávila è raffigurata con l’abito marrone delle carmelitane scalze con indosso una veste corale bianca e un velo nero con un libro e una penna, tenendo un cuore con il monogramma di Cristo e sulla mano la colomba dello Spirito Santo. Ma una delle rappresentazioni più significative è la statua di marmo del Bernini in Santa Maria della Vittoria, che la mostra nell’estasi mistica della trasverberazione. L’artista Christian Deckerts fa un passo avanti e usa un’immagine singolare. In un angolo della stanza è dipinto un pallone da calcio. Teresa stessa ha paragonato il suo rapporto con Dio a una partita di pallone, offrendosi a Gesù Bambino come un piccolo giocattolo, una pallina di nessun valore che poteva gettare per terra, colpire con il piede, bucare se poteva. I santi prendono immagini del mondo per descrivere l’incontro con Dio.

Edith Stein è rappresentata in dipinti e sculture. Paul Nagel ha creato una scultura per San Pietro che sembra più reale nella sua forma astratta in marmo bianco. Non è la bellezza perfetta, non il martirio, ma la sua presenza reale che crea relazione.

Per concludere questa serie di grandi donne che hanno plasmato il mondo e la Chiesa, non può mancare madre Teresa di Calcutta. Agim Sulaj, un celebre pittore albanese, ha cercato di creare una rappresentazione iconografica in cui il Rosario della Santa esce fuori della foto ed entra nel nostro spazio reale. Madre Teresa può essere toccata ma allo stesso tempo ha un’aura di intangibilità.

Questo vuol dire che le moderne immagini delle sante non si occupano di quale sia la funzione della donna nella chiesa, poiché questa è determinata in ultima analisi dagli uomini. Non si tratta nemmeno delle qualità tipiche delle sante e di usarle per la chiesa partendo da una donna ideale. Si tratta di riconoscere la realtà della donna, prendere il grido e il potere, di accettarla, e di guardarla e farsi interrogare da essa. Si tratta di un processo razionale e contemplativo in cui la metafisica, cioè l’essenza della donna si combina con la fenomenologia. È un approccio invertito e rivoluzionario che il Papa stesso esige ed esemplifica e che si manifesta nell’arte moderna. Guardano alla loro realtà e al divenire della chiesa nel mondo e la incontrano in esso.

di Yvonne Dohna Schlobitten