Dopo la caduta di Kabul l’Onu lancia l’allarme sulle restrizioni ai diritti umani

L’Afghanistan nelle mani dei talebani

Afghan nationals queue up at the Pakistan-Afghanistan border crossing point in Chaman on August 17, ...
17 agosto 2021

L’Afghanistan è tornato nelle mani dei talebani. Il governo del presidente Ghani e le sue forze armate si sono infine arresi alla veloce avanzata dei ribelli che dal nord sono arrivati alla capitale in poche settimane. Migliaia le persone che stanno abbandonando il Paese. «Stiamo ricevendo notizie agghiaccianti di gravi restrizioni ai diritti umani in tutto il Paese» ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres. «È essenziale che i diritti conquistati a fatica siano protetti». L’Unhcr ha chiesto il blocco dei rimpatri forzati dei profughi afghani.

Nelle ultime ore, i talebani hanno annunciato una «amnistia generale» per tutti i funzionari delle vecchie autorità afghane, che sono stati invitati a tornare a lavoro. «Un’amnistia generale è stata dichiarata per tutti», si legge in un comunicato.

Solo due giorni fa, dopo la preghiera dell’Angelus, Papa Francesco si era unito all’unanime preoccupazione per la situazione nel Paese asiatico e aveva chiesto la fine delle violenze e il ritorno al dialogo. «Vi prego di pregare con me il Dio della pace affinché cessi il frastuono delle armi e le soluzioni possano essere trovate al tavolo del dialogo. Solo così, la martoriata popolazione di quel Paese — uomini, donne, anziani e bambini — potrà ritornare alle proprie case, vivere in pace e sicurezza nel pieno rispetto reciproco» (le parole del Papa sono riportate per intero a pagina 8).