Una realtà consolidata che si rinnova

02 agosto 2021

«Ispirare e mobilitare la comunità cattolica per prendersi cura della nostra casa comune e realizzare la giustizia climatica ed ecologica». Questi gli obiettivi della nuova fase apertasi per il Movimento cattolico mondiale per il clima, che dal 29 luglio ha cambiato nome in Movimento Laudato si’.

Fondato nel 2015 da un gruppo di 17 organizzazioni cattoliche e 12 esponenti di istituzioni universitarie e della società civile di tutti i continenti, impegnati ad aiutare i fedeli a rispondere alle esortazioni dell’enciclica di Papa Francesco sulla cura della casa comune, pubblicata quello stesso anno, il Movimento oggi conta più di 800 realtà. Negli ultimi tempi ha compiuto «un cammino di discernimento lungo oltre 18 mesi», spiega Tomás Insua, co-fondatore e direttore esecutivo di tale realtà: una riflessione su identità, missione, nome e strutture. La precedente denominazione, prosegue, risultava «troppo lunga e difficile da ricordare: pensando al lavoro di conversione ecologica e all’ecologia integrale che la Laudato si’ invoca e che catalizza il nostro lavoro, in collaborazione con diversi partner ecclesiali abbiamo deciso di chiamarci Movimento Laudato si’», dopo aver preso in esame una lista di 25 possibili nomi.

Lorna Gold, presidente del consiglio di amministrazione, mette in luce come sia «importante notare che la missione viene ampliata per includere il concetto di giustizia ecologica, basato sullo spirito della Laudato si’, in cui “tutto è connesso”». L’enciclica del Pontefice, aggiunge Insua, «è il fondamento di tutto quello che facciamo e organizziamo, dalla Settimana Laudato si’ al corso Animatori Laudato si’, dai nostri Circoli agli studi specifici»: un impegno mai interrotto neppure nell’emergenza pandemia, tanto da arrivare a contare circa 25 mila Animatori Laudato si’ nel mondo, persone perlopiù impegnate all’interno di realtà parrocchiali, associative e religiose ma anche gente comune che sente in modo particolare la chiamata all’ecologia integrale, mettendosi al servizio delle proprie comunità.

«C’è tanto da fare, specialmente oggi: in questo anno particolare abbiamo bisogno di concentrarci sui prossimi grandi vertici dell’Onu», dice Insua con riferimento alla Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità, la Cop15, in programma dall’11 al 24 ottobre in Cina, e la Conferenza Onu sui cambiamenti climatici, la Cop26, a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre, in vista della quale si terrà anche l’incontro «Faith and Science: Toward Cop26» del 4 ottobre in Vaticano e a Roma.

I grandi vertici dell’Onu, riflette il direttore esecutivo del Movimento Laudato si’, «hanno l’obiettivo di mettere insieme la famiglia umana per agire con urgenza a fronte di queste grandissime crisi: gli scienziati ci dicono che sono ancora più urgenti anno dopo anno. Ci sono tanti segni: gli incendi in Sardegna, il caldo record e i fuochi in Canada, la siccità in Madagascar, il grido della terra e dei poveri che è ancora più forte. Quindi c’è bisogno di agire». «Noi del Movimento — annuncia — stiamo aiutando ad animare una particolare iniziativa: “Pianeta sano, Persone sane”. È una petizione con più di 200 realtà cattoliche per lanciare un appello ai partecipanti ai vertici dell’Onu: sarà una nostra priorità dei prossimi mesi e in special modo nel Tempo del Creato, al via il 1° settembre. Chiediamo di aumentare il livello di ambizione nei due appuntamenti: in particolare in ambito Cop26 — riferisce Insua — si parla di arrivare entro il 2050 a zero emissioni di gas a effetto serra a livello globale. Ma sappiamo che i Paesi più ricchi, che hanno una responsabilità storica, di secoli di emissioni, hanno possibilità più chiare di fare la transizione già entro il 2035-2040».

Dal Pontefice un incentivo costante a proseguire l’impegno del Movimento. «Abbiamo scritto una lettera al Papa, informandolo del processo, chiedendo il suo parere e la sua benedizione prima di muoverci e cambiare nome. Francesco — informa Tomás Insua — ha scritto una breve risposta, che è arrivata per i Vespri di Pentecoste, il 22 maggio, è stato un segno molto forte. Dato che questo processo è stato caratterizzato da un clima di preghiera sinodale, chiedendo luce allo Spirito Santo, che le parole del Pontefice siano arrivate per la festa di Pentecoste è stato un segno che ci motiva ulteriormente: le ha indirizzate al Movimento Laudato si’, ringraziandoci per la missione di promuovere «l’ecologia integrale» e per l’aiuto offerto «alla Chiesa nel mondo», aggiungendo un augurio per la Settimana Laudato si’ che in quei giorni era in corso». Una spinta ulteriore, riflette Insua, a «vivere la Laudato si’, che non deve rimanere un documento scritto, da biblioteca, ma un documento vivo».

di Giada Aquilino