Francesco scrive alla Cattolica dopo il ricovero

La cura come espressione del cuore

21 luglio 2021

«Ho toccato con mano come non vi sia tempo, tra le corsie del Gemelli, per nostalgie o rimpianti del passato: la carne di Cristo sofferente nei malati di ogni età e condizione richiede uno sguardo presente e attento, capace di infondere speranza nei momenti della fatica e di guardare avanti». È quanto scrive Papa Francesco in una lettera di ringraziamento inviata al rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Franco Anelli, lo scorso 15 luglio, all’indomani delle dimissioni dal nosocomio romano in cui era ricoverato da dieci giorni per l’intervento chirurgico al colon. Così come aveva fatto in una missiva indirizzata al presidente del Consiglio di amministrazione della Fondazione del policlinico romano, Carlo Fratta Pasini, il Pontefice si rivolge anche ai vertici dell’ateneo. «Rientrato a casa dopo la degenza ospedaliera, — spiega Francesco ad Anelli — desidero rivolgere il pensiero a Lei all’Università che presiede». Si tratta di «un pensiero grato e affettuoso per la vicinanza» sperimentata, «per la cordialità genuina e premurosa» vista «in ogni volto, per la professionalità di tutti coloro che si sono presi cura» di lui. Del resto, prosegue, «la cura è espressione del cuore» e l’ateneo cattolico «del Sacro Cuore porta nel nome la vocazione di prendersi cura della persona umana». Dopo aver ricordato che il «ricovero è avvenuto proprio nell’anno in cui “la Cattolica” ha compiuto un secolo di vita, celebrando l’anniversario con una frase» che lo ha colpito — “Un secolo di futuro” — il Papa ha rimarcato: «È vero, la promozione culturale e integrale della persona umana apre le porte al futuro».