«Cristo ovunque», l’ultimo libro di Arnoldo Mosca Mondadori

Il canto della gioia incomprensibile

 Il canto  della gioia incomprensibile   QUO-160
17 luglio 2021

«Il vero potere è in questo amore indifeso, che ora ci pare una follia» scrive Arnoldo Mosca Mondadori nel suo ultimo libro Cristo ovunque, edito nella collana Pellicano Rosso della Morcelliana (Brescia, 2021, pagine 96, euro 10). Amore e potere, un binomio difficilmente conciliabile, scelto appositamente dall’autore per dilatare al massimo la forbice del paradosso, per non attenuare in nessun modo l’esagerazione incomprensibile alla mente umana, l’assurdità apparente dell’amore di Dio.

«Egli va dove nessuno va — scrive Mosca Mondadori nei sui appunti di mistica vissuta (il libro, si legge nell’avvertenza iniziale, è nato «tra il 26 maggio e il 3 giugno 2021, dopo un’esperienza spirituale») — va dall’uomo che sta per peccare, dall’uomo che sta peccando, dall’uomo che ha peccato, va nelle miserie dell’animo umano, nelle sue bassezze, nel suo buio, nella sua angoscia. Va, non si ferma. E così come va ad abitare la sofferenza di chi è stato calpestato dagli altri, nello stesso modo va nella ferita sconosciuta di chi sta calpestando. Cristo è ovunque».

È l’amore umano ad essere un debole riflesso dell’amore divino, non viceversa, ci spiega (senza spiegarlo, solo ripetendo la sua testimonianza personale) l’autore del libro; è l’amore di Dio — dolcissimo, tenace, fedele — la vera “passione” costante nella vita, non uno scambio di convenevoli formali con un’entità astratta che abita dalle nuvole in su, come spesso siamo tentati di pensare. Ma l’amore, come sa chiunque è stato innamorato, rende terribilmente vulnerabili. Ridicolmente vulnerabili, verrebbe da dire, smarriti per uno sguardo distratto, per un filo di noia nella voce, per un sms che tarda ad arrivare. Viceversa, l’amore corrisposto fa tornare bambini, e fa trovare la gioia più grande in cose da niente. «Se sei certo di essere amato, il mondo si colora» recita una filastrocca composta per i bimbi delle scuole materne. È vero per gli under 5, ma anche per gli over 55, per tutti gli esseri umani, a qualsiasi età.

L’amore divino, scrive Mosca Mondadori (marito, padre, imprenditore, non un cenobita dedito esclusivamente alla preghiera) è «così immenso da togliere il fiato». E ha un nome preciso, coincide con il volto di Gesù. «Meraviglia del Crocifisso nella vita umana — continua l’autore — Ecco perché alcuni incontri della nostra vita sono segnati da un insondabile mistero. Certe volte, nei momenti più tragici, come la malattia e la morte di una persona che amiamo, avvertiamo insieme una dolcezza, un qualcosa di così meraviglioso che non ne comprendiamo le ragioni. Certe volte, nell’apice del dolore, arriva una pace mai avvertita prima. Quel mistero è il mistero della Sua presenza nella nostra più alta fragilità. Per questa ragione alcune persone che vivono in condizioni, ai nostri occhi, disperate, esprimono una gioia incomprensibile». La stessa irragionevole allegria descritta con franchezza riluttante, incerta se nascondersi nel silenzio oppure osare la sincerità, da Mario Luzi nella splendida A volte si tocca il punto fermo e impensabile, il punto «dove nulla da nulla è più diviso,/né morte da vita/né innocenza da colpa,/e dove anche il dolore è gioia piena./Sono cose, queste, che si dicono per noi soltanto./Altri ne riderebbero./Ma dire si devono. Le annoto/per te che le sai bene e per testimonianza dell’amore eterno». Quell’amore che ha fatto nascere le rime appassionate di Jacopone da Todi, che dà energia e costanza al nostro fare, potente «come una fiamma ossidrica», scrive Mosca Mondadori, una lama di fuoco capace di far saltare le porte blindate delle nostre tombe interiori. «Si può resistere a questo sguardo? Può un essere umano resistere a questo fuoco d’amore innamorato di lui? Per questo bisogna solo incrociarlo e fermarsi: lasciarsi guardare da Cristo». Per collegare le antenne dell’anima al Mistero basta un attimo. Non serve neanche avere le carte in regole, la fedina penale immacolata. «Quale il nostro compito? Lo sguardo del ladrone. Un solo sguardo alla Sua presenza, un attimo di fede, un microistante. “Non cercate cose grandi”»; basta l’umiltà.

di Silvia Guidi