Riconquistati numerosi distretti

In Afghanistan si allarga
l’avanzata dei talebani

In this picture taken on June 17, 2021, a policeman stands guard at a junkyard near the Bagram Air ...
23 giugno 2021

I talebani hanno già riconquistato più di cinquanta 370 distretti dell’Afghanistan da quando, lo scorso mese di maggio, hanno avviato la nuova offensiva militare in concomitanza con il ritiro delle truppe della Nato.

Lo ha indicato il rappresentante speciale delle Nazioni Unite in Afghanistan e capo della missione Unama, Deborah Lyons, che durante una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu ha sottolineato la gravità della situazione nel Paese e il rischio di perdere i progressi compiuti negli ultimi vent’anni.

Lyons ha fatto presente che la maggior parte dei distretti ripresi dagli insorti circondano i capoluoghi di provincia. Ciò suggerisce, ha precisato, che «i talebani si stanno preparando per cercare di prendere questi capoluoghi una volta che le forze straniere si saranno ritirate».

Il rappresentante speciale delle Nazioni Unite in Afghanistan ha aggiunto che «preservare i diritti delle donne è una priorità» e questo «non dovrebbe essere usato come merce di scambio al tavolo delle trattative».

Lyons ha invitato la comunità internazionale a fare pressione per fare tornare i talebani al tavolo dei negoziati e discutere un cessate il fuoco con le autorità afghane. «Come abbiamo dolorosamente appreso, un conflitto frammentato crea una situazione più permissiva per i gruppi terroristici nel reclutare, finanziare, pianificare ed eseguire operazioni di portata globale», ha sottolineato l’inviato delle Nazioni Unite.

Talebani che hanno anche sequestrato il principale valico di confine con il Tadjikstan, nel nord, e i distretti vicino a Kunduz, la principale città nel nordest del Paese.

A causa dell’avanzata, il Pentagono ha fatto sapere che potrebbe rallentare il ritiro delle forze statunitensi dall’Afghanistan. Ad aprire alla possibilità è stato il portavoce del Pentagono, John Kirby, sottolineando, comunque, che il rallentamento non cambierà la data dell’11 settembre prossimo per l'uscita definita dei militari Usa dal Paese.

La questione sarà discussa venerdì 25 alla Casa Bianca, dove il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, riceverà il collega afghano, Ashraf Ghani. In attesa del vertice, ha detto ai giornalisti il portavoce del dipartimento di Stato americano, Ned Price, gli Stati Uniti hanno chiesto di «fermare» le violenze in Afghanistan, di cui considerano i talebani «largamente responsabili». «Esortiamo le parti a impegnarsi in seri negoziati per definire una tabella di marcia politica per il futuro dell’Afghanistan», ha detto Price.

«C'è solo una via da seguire: una soluzione politica negoziata e inclusiva attraverso un processo guidato dagli afghani», ha aggiunto l’ambasciatore statunitense all’Onu, Linda Thomas-Greenfield. «Non esiste una soluzione militare in Afghanistan. Ai talebani ribadiamo che il percorso militare non porterà alla legittimità e che il mondo non riconoscerà l’insediamento di alcun Governo imposto con la forza», ha precisato Thomas-Greenfield, sottolineando che bisogna fare pressione «per negoziati significativi e inclusivi, con la piena partecipazione delle donne, che portino a un cessate il fuoco permanente e globale e a una soluzione politica giusta e duratura».