Esplorando Dante
Non chiamatelo “passatempo erudito”, chiosa Francesco Santi nel saggio che precede le parole dell’autore in Scintille dantesche. Antologia dai diari a cura di Anna Maria Chiavacci Leonardi e Francesco Santi (Edb, 2011). Per il beato Gabriele Maria Allegra (1907-1976) autore del florilegio, Dante è un maestro e un amico, una sorgente a cui attingere ispirazione e forza nel lavoro quotidiano. Il lavoro — duro, complesso e bellissimo — di “traghettare” da una lingua all’altra la Parola di Dio: Allegra viene chiamato il san Girolamo della Cina per la sua traduzione della Bibbia in undici volumi, e per il suo instancabile lavoro di apostolato. Nei lunghi anni di missione nel Celeste impero fonda un Istituto sociologico per la dottrina sociale della Chiesa a Singapore e un Istituto biblico a Hong Kong; i due diari da cui sono tratti i testi pubblicati nel libro delle Scintille, sono stati scritti nel 1965 e nel 1967, segno di una familiarità di lunga data con il poeta fiorentino, tradizionalmente molto amato dai francescani (Allegra era entrato giovanissimo tra i frati minori del convento di san Biagio di Acireale). «La Commedia non era forse stato un tentativo di tradurre la Bibbia nella lingua del suo tempo? — si legge nell’introduzione — Un tentativo di valorizzare tutte le risorse dell’uomo, a cominciare da quelle della ragione, perché si volgesse alla rivelazione? E conoscere il segreto della poesia non era altrettanto essenziale che conoscere la teologia per offrire ai cinesi la Bibbia?». Per questo il biblista francescano studia anche l’Omero cinese, Qu Yuan e il suo Li Sao, fino a pubblicarne la traduzione nel 1938. «Mai si era trattato per lui — continua Francesco Santi nel suo saggio — di un vezzo intellettuale o di una superficiale ricreazione: padre Allegra sentiva Dante calzante a proposito delle domande che la sua vita poneva, ancora di più in Cina, dove era a diffondere la Parola di Dio, in una parola umana che non l’aveva conosciuta, ma che pure aveva altissima dignità».
di