La «Divina Commedia» di padre Gabriele Allegra

Esplorando Dante
in compagnia
dell’Omero cinese

Una scena del balletto «Nine Songs», omaggio al poeta Qu Yuan (2007)
23 giugno 2021

Non chiamatelo “passatempo erudito”, chiosa Francesco Santi nel saggio che precede le parole dell’autore in Scintille dantesche. Antologia dai diari a cura di Anna Maria Chiavacci Leonardi e Francesco Santi (Edb, 2011). Per il beato Gabriele Maria Allegra (1907-1976) autore del florilegio, Dante è un maestro e un amico, una sorgente a cui attingere ispirazione e forza nel lavoro quotidiano. Il lavoro — duro, complesso e bellissimo — di “traghettare” da una lingua all’altra la Parola di Dio: Allegra viene chiamato il san Girolamo della Cina per la sua traduzione della Bibbia in undici volumi, e per il suo instancabile lavoro di apostolato. Nei lunghi anni di missione nel Celeste impero fonda un Istituto sociologico per la dottrina sociale della Chiesa a Singapore e un Istituto biblico a Hong Kong; i due diari da cui sono tratti i testi pubblicati nel libro delle Scintille, sono stati scritti nel 1965 e nel 1967, segno di una familiarità di lunga data con il poeta fiorentino, tradizionalmente molto amato dai francescani (Allegra era entrato giovanissimo tra i frati minori del convento di san Biagio di Acireale). «La Commedia non era forse stato un tentativo di tradurre la Bibbia nella lingua del suo tempo? — si legge nell’introduzione — Un tentativo di valorizzare tutte le risorse dell’uomo, a cominciare da quelle della ragione, perché si volgesse alla rivelazione? E conoscere il segreto della poesia non era altrettanto essenziale che conoscere la teologia per offrire ai cinesi la Bibbia?». Per questo il biblista francescano studia anche l’Omero cinese, Qu Yuan e il suo Li Sao, fino a pubblicarne la traduzione nel 1938. «Mai si era trattato per lui — continua Francesco Santi nel suo saggio — di un vezzo intellettuale o di una superficiale ricreazione: padre Allegra sentiva Dante calzante a proposito delle domande che la sua vita poneva, ancora di più in Cina, dove era a diffondere la Parola di Dio, in una parola umana che non l’aveva conosciuta, ma che pure aveva altissima dignità».

di Silvia Guidi