L’arcivescovo Rodriguez Carballo alla Cittadella Semi di pace di Tarquinia

Custodire la vita
custodire la memoria

 Custodire la vita  QUO-127
08 giugno 2021

«Custodire la memoria! Vi posso dire che mi ha colpito molto il vagone nel quale sono entrato. Pensavo alla vita delle persone che sono state costrette ad entrarvi... sicuramente molti arrivavano, nei campi di sterminio, privi di vita e gettati come rifiuti!»: sono le parole pronunciate dall’arcivescovo José Rodriguez Carballo, segretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, durante la celebrazione eucaristica presieduta nei giorni scorsi presso la Cittadella Semi di pace di Tarquinia, in occasione del 41° anno di fondazione dell’associazione. Monsignor Rodriguez Carballo ha voluto condividere una riflessione sul concetto di memoria, riferendosi proprio al vagone ferroviario, nucleo centrale del memoriale della Cittadella, inaugurato nel 2016. Si tratta di un vagone merci del 1935, che riproduce i carri ferroviari utilizzati per la deportazione nei lager nazisti, posizionato al centro di un percorso di siepi di alloro. Nel sentiero che si avvolge a spirale attorno al monumento è allestita la mostra permanente La Shoah in Italia. Persecuzione e deportazioni (1938-1945). L’esposizione, suddivisa in quaranta pannelli organizzati in sezioni tematiche, fornisce al visitatore gli elementi storici fondamentali per un primo approccio allo studio della Shoah. All’interno del carro ferroviario, la Parete dei Nomi ricorda gli oltre 8.000 deportati dall’Italia e dai territori annessi tra il 1943 e il 1945. La mostra incomincia guardando al contesto europeo e alla presenza degli ebrei nell’Italia liberale; poi ferma l’attenzione sul regime fascista, sul razzismo e sull’antisemitismo. Quindi, sulla “persecuzione dei diritti” (1938-1943) e sulla “persecuzione delle vite” (1943-1945). Si tratta, in sostanza, di un segno tangibile della vicinanza della onlus alla tragedia del popolo ebraico. «Custodire la memoria — ha aggiunto l’arcivescovo — è fondamentale affinché non si ripetano gli errori del passato e, in questo caso, i crimini del passato. Crimini, errori e orrori che purtroppo in un modo o in un altro, hanno continuità nell’oggi».

Il presule ha, inoltre, confidato l’esperienza vissuta nella visita ai di campi Auschwitz-Birkenau e al museo dello Yad Vashem, che lo hanno particolarmente segnato. Prima di lasciare la Cittadella ha invitato i volontari ad un «rinnovato impegno ad essere accoglienti e a riconoscere nelle diversità di fede, di cultura, di estrazione sociale la bellezza dell’umanità». Ha voluto, altresì, richiamare l’attenzione verso il valore della vita: «Custodite la vita! Come sacerdote, come vescovo vi dico, dall’inizio alla fine naturale. Impegnatevi ad accompagnare le mamme che si trovano in difficoltà, a far sentir loro la dignità, quella dignità che spesso viene negata dalla nostra società». Infine, ha esortato tutti i presenti a lavorare con i bambini «sforzatevi di far vedere loro il mondo presente e futuro con speranza», da qui l’auspicio affinché «la Cittadella sia un centro permanente di educazione alla speranza, anche attraverso il servizio da voi svolto nel donare cibo e vestiario a chi si trova nel bisogno».