La decisione sospende una concessione di Trump

Biden blocca
le esplorazioni in Alaska

La riserva  del Arctic National Wildlife Refuge  in Alaska dove l’amministrazione Biden ha bloccato  la concessione  dei diritti di esplorazione  e di trivellazione
07 giugno 2021

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha deciso di bloccare la concessione dei diritti di esplorazione e di trivellazione nella riserva Arctic National Wildlife Refuge in Alaska (Anwr). La decisione è stata presa, si legge dalle agenzie, perché l’amministrazione ha riscontrato delle irregolarità nel processo che ha portato alle concessioni, prima fra tutte l’assenza di analisi che potessero trovare delle possibili alternative al progetto.

Il decreto sui diritti di esplorazione era stato firmato da Trump è stato uno degli ultimi atti della sua presidenza. La decisione rientrava nella politica energetica dell’ex presidente repubblicano: sviluppare il settore dei combustibili fossili, settore che veniva considerato strategico per la ripresa dell’economia americana. Con le concessioni però il governo aveva ottenuto solo quindici milioni di dollari dalle concessioni della parte settentrionale della riserva, che si trova al confine nordorientale con il Canada. Una cifra bassa se si considera che le stime parlano di una capacità di produzione di undici miliardi di barili, scrive la Bbc. All’asta per le concessioni hanno partecipato solo due piccole aziende del settore estrattivo, scrive il «Guardian», mentre le grandi aziende petrolifere non hanno espresso particolare interesse per la zona (forse a causa della sua locazione geografica e l’assenza di infrastrutture necessarie a facilitare i progetti).

Naturalmente, la decisione di bloccare la concessione non riguarda i mancati guadagni da parte dell’amministrazione Biden. Oltre agli errori procedurali già elencati (che potrebbero bloccare il progetto per molto tempo, sebbene non sia possibile stabilire a priori per quanto), la decisione è una conseguenza delle promesse elettorali fatte da Biden durante la campagna elettorale, durante la quale aveva promesso di riportare gli Stati Uniti tra i firmatari dell’accordo di Parigi, di ridurre le emissioni entro il 2030 e di introdurre un meccanismo di calcolo degli effetti sull’ambiente negli investimenti finanziari. A ciò si aggiunge anche la sospensione della costruzione dell’oleodotto Keystone XL.

La decisione di Biden ha sollevato critiche, soprattutto da parte dei Repubblicani dell’Alaska. Citata dalla Bbc, la senatrice Lisa Murkowski ha dichiarato che questa decisione rappresenta un ostacolo per l’economia dello stato e ne «mette a rischio la sua sicurezza energetica». Il governatore repubblicano Mike Dunleavy ha criticato la decisione sostenendo che le concessioni di Trump erano valide e che il governo federale non può revocarle perché si non si tratta di una sua prerogativa. Bisogna ricordare che l’economia dell’Alaska è fortemente incentrata sullo sfruttamento di idrocarburi, e che il governo statale distribuisce le rendite delle estrazioni direttamente ad ogni cittadino sotto forma di assegno annuale (caso unico negli Stati Uniti). Come riporta il «Financial Times», la consigliera per il clima Gina McCarthy ha dichiarato che Biden considera i tesori dell’America «le fondamenta economiche e culturali» del paese e che il presidente è grato al Dipartimento degli Interni «per il lavoro svolto».

Voci di approvazioni sono arrivate anche dai difensori dei diritti delle tribù locali della riserva. La coordinatrice del gruppo Native Village of Venetie Tribal Government Tonya Garnett ha ringraziato l’amministrazione Biden e il Dipartimento «per gli errori commessi dalla precedente amministrazione» e che questa decisione dimostra che la voce delle tribù in Alaska conta nonostante i problemi. La Anwr è considerata una regione sacra dalle tribù Gwich’in ed è considerata da molti esperti una delle poche zone incontaminate del continente nordamericano, dove vivono orsi polari, renne, caribou, lupi e altre specie in via di estinzione.

di Cosimo Graziani