Nuovo colpo di Stato in Mali

L’Africa che non ha pace

(Michele Cattani/Unocha)
25 maggio 2021

Nel giorno in cui si celebra la Giornata mondiale dell’Africa, dal continente — troppo spesso dimenticato dai mezzi di comunicazione — giungono ancora una volta notizie drammatiche. In Mali si registra infatti un nuovo colpo di Stato, il secondo in meno di un anno, che rischia di far precipitare il Paese in un’ennesima spirale di instabilità politica e di violenza, con conseguenze dolorose per una popolazione stremata da anni di conflitti, insicurezza e povertà estrema.

Il golpe avrebbe avuto luogo a poche ore da un rimpasto del governo di transizione, che non includeva due ministri vicini alla giunta militare al potere dall’agosto 2020. Un numero imprecisato di militari muniti di armi pesanti, dopo aver lasciato ieri la base di Kati, alle porte di Bamako — la stessa da cui partì il golpe che portò alla destituzione del presidente Ibrahim Boubacar Keïta — hanno arrestato il presidente, Bah N’Daw, e il primo ministro, Moctar Ouane.

Dura la reazione da parte della comunità internazionale. In una dichiarazione congiunta, la missione dell’Onu in Mali (Minusma), l’Ecowas, l’Ua, l’Ue e gli Stati Uniti chiedono l’immediata e incondizionata liberazione «del presidente e del premier di transizione arrestati in giornata insieme con alcuni collaboratori». «Chiediamo il ritorno alla transizione democratica: quello che è successo è grave e serio. Siamo pronti ad adottare le misure necessarie», ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.