Oltre quaranta morti nelle ostilità tra Israele e la Striscia di Gaza

Escalation di violenza

Smoke rises during an Israeli air strike, amid a flare-up of Israeli-Palestinian violence, in Gaza ...
12 maggio 2021

Si sta drammaticamente aggravando il conflitto tra Israele e la Striscia di Gaza. Al momento in cui scriviamo sono segnalati nuovi lanci di razzi dal territorio palestinese contro Israele. Secondo fonti militari israeliane, sono oltre mille gli ordigni e i colpi di mortaio esplosi da Hamas in direzione di Tel Aviv e del sud di Israele. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu è stato convocato oggi in riunione di emergenza. Si tratta della seconda riunione di emergenza nell’arco di tre giorni, convocata su richiesta di Tunisia, Norvegia e Cina.

Il bilancio aumenta di ora in ora. Cinque gli israeliani morti da lunedì per i razzi lanciati dalla Striscia, tra cui due questa mattina contro la città di Lod; almeno 35 i palestinesi uccisi nei raid di Israele, tra cui almeno dieci bambini. Tra loro ci sono anche due dirigenti militari di Hamas: il comandante di brigata a Khan Yunes (a sud di Gaza) Rafah Salameh e il capo dell'intelligence militare Muhammed Yazuri. In un precedente attacco altri due dirigenti di Hamas avevano perso la vita.

A Tel Aviv le sirene d’allarme sono risuonate a lungo e ieri sera l’aeroporto Ben Gurion è stato chiuso per circa un’ora. Questa mattina gli attacchi allo scalo Ben Gurion sono ripresi. E nuovi disordini si sono verificati nelle stesse ore anche nel complesso della Spianata delle Moschee - Monte del Tempio a Gerusalemme, nel corso delle preghiere del mattino. Le tensioni si estendono anche alla Palestina-, dove un palestinese è stato ucciso in scontri con i soldati.

Secondo l’agenzia di stampa ufficiale Wafa, nel campo profughi al-Fawar, nei pressi di Hebron, ci sono stati scontri fra gli abitanti e reparti dell’esercito israeliano, ed un giovane palestinese è rimasto ucciso. L’agenzia aggiunge che i militari hanno impedito a una ambulanza di soccorrerlo. L’esercito israeliano non ha ancora commentato l’episodio. Poche ore prime, al posto di blocco di Zaatra a Nablus, un altro palestinese era stato colpito a morte dal fuoco di militari.

«Ho parlato con il sindaco di Lod, Yair Revivo e l’ho aggiornato sulla decisione di rafforzare immediatamente la vigilanza con le forze di polizia di frontiera» ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Benny Gantz in un tweet. Il governo era stato aspramente criticato dal primo cittadino della città, dove da giorni è in corso una protesta della popolazione araba. «Nella situazione a cui siamo arrivati — ha spiegato Gantz — dobbiamo agire con fermezza contro i criminali, raffreddare gli animi e mantenere l’ordine pubblico. In qualità di leader pubblici, abbiamo la responsabilità di calmare la situazione, ed è così che agiremo». Gantz non ha escluso «l’imposizione di un coprifuoco se necessario». Inoltre — ha precisato — le misure straordinarie saranno estese ad altre città.

La comunità internazionale, intanto, chiede il ritorno alla calma. «Israele e Hamas stanno andando verso una guerra su larga scala» ha ammonito su Twitter l’inviato delle Nazioni Unite per il Medio Oriente, Tor Wennesland, invitando le parti «a porre fine immediatamente agli scontri». «Smettete di sparare immediatamente. Questa escalation sta andando verso una guerra su larga scala. I leader di tutte le parti devono impegnarsi nella de-escalation. Una guerra a Gaza sarebbe devastante e la gente comune ne pagherebbe il prezzo» ha scritto Wennesland. Il segretario generale António Guterres ha commentato: «Sono molto preoccupato per quanto sta accadendo in Israele e nei territori palestinesi. L’Onu lavora per un’urgente de-escalation».

Washington, dal canto suo, ha espresso pieno sostegno a Israele. Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, ha fatto sapere ieri di aver parlato con il consigliere per la sicurezza nazionale israeliano Meir Ben Shabbat. Il principale organo che assiste il presidente Usa sulla politica estera «ha condannato gli attacchi missilistici in corso da parte di Hamas e di altri gruppi terroristici, anche contro Gerusalemme e Tel Aviv». Ha espresso inoltre «il fermo sostegno del presidente alla sicurezza di Israele e al suo legittimo diritto di difendere se stesso e il suo popolo, proteggendo i civili». Sullivan ha anche trasmesso «l’incoraggiamento degli Stati Uniti a compiere passi verso il ripristino della calma». Sullivan ha anche parlato con il governo egiziano della situazione a Gaza e Gerusalemme e dei passaggi necessari a ripristinare la calma nei prossimi giorni.