Nel 1944, in piena Seconda guerra mondiale, Pio
La decisione di Francesco di istituire il ministero laicale del catechista, che segue l’apertura alle donne di quello dell’accolitato e del lettorato s’inserisce sulla via già intuita da Papa Pacelli: specialmente nel nostro tempo, il compito di testimoniare e di trasmettere la fede alle nuove generazioni è un compito per «i padri e le madri di famiglia». Già lungo i secoli e ancora oggi in diversi Paesi, in mancanza di sacerdoti, la fede si è mantenuta viva grazie ai padri e alle madri, e ai catechisti che hanno speso e spesso sacrificato per questo la loro vita. Oggi però il coinvolgimento, il riconoscimento e la piena valorizzazione dei laici è un’urgenza e spesso una necessità nelle società secolarizzate.
Il Motu proprio Antiquum ministerium prende le mosse dal decreto conciliare Ad gentes, nel quale i Padri del Vaticano
del ministero pastorale, il compito del catechista è della massima importanza». Una consapevolezza cresciuta negli anni successivi e culminata con la Lettera apostolica Evangelii nuntiandi di Paolo
Dell’istituzione di nuovi ministeri laicali per rispondere alle nuove esigenze si è infine parlato anche nel recente Sinodo sull’Amazzonia, richiamando in particolare il Motu proprio Ministeria quaedam il documento con il quale Papa Montini nel 1972 riformava i ministeri nella Chiesa. Nella prospettiva emersa dal Concilio, dai Sinodi, sottolineata nel Magistero dei Successori di Pietro e in particolare oggi dall’attuale Vescovo di Roma, i laici non sono dunque chiamati a svolgere soltanto un’opera di supplenza perché mancano vocazioni al sacerdozio. Non di supplenza si tratta, ma di piena e riconosciuta azione, coinvolgimento e corresponsabilità: la loro presenza è veramente necessaria perché la Chiesa sia comunione e sia missionaria.
L’istituzione di un ministero da parte della Chiesa rende evidente che la persona investita di quel carisma realizza un autentico servizio ecclesiale alla comunità cristiana per la crescita della sua vita e per la sua testimonianza di fede. L’istituzione di un ministero laicale non è dunque fatta per “clericalizzare” il laico. C’è da augurarsi che questo ulteriore passo aiuti nel contrastare quel ritorno di clericalismo più volte pubblicamente denunciato da Francesco che, ricordandoci spesso il ruolo del santo popolo di Dio, il ruolo delle nonne e delle madri nella trasmissione della fede, attualizza le parole di Pio
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