Progetti concreti all’incontro annuale dell’Ecumenical Advocacy Days

In soccorso della Terra
che geme

 In soccorso della Terra che geme  QUO-094
27 aprile 2021

La terra sta gemendo e i cristiani sono chiamati a dare delle risposte pensando agli uomini e alle donne di oggi e di domani: considerazioni che hanno guidato l’annuale incontro dell’organizzazione Ecumenical Advocacy Days (Ead) svoltosi nei giorni scorsi in modalità webinar. L’Ead, che riunisce Chiese cristiane e organismi ecumenici degli Stati Uniti con l’obiettivo di rafforzare l’azione ecumenica nella società anche con proposte consegnate direttamente alle istituzioni politiche, vuole proseguire l’impegno per la giustizia, la pace e la cura del creato con la definizione di un’agenda di interventi rivolti non solo agli Stati Uniti. Nell’incontro di quest’anno, intitolato «Imagine! God’s Earth and People Restored», sono stati presentati due progetti: il primo riguarda una serie di interventi per favorire l’agricoltura nella parte settentrionale di Haiti, particolarmente colpita dagli uragani, con devastazioni che hanno accentuato la povertà dell’area determinando un’ulteriore crescita del numero dei migranti; il secondo prevede la messa in atto di misure in cinque villaggi del Bangladesh per attenuare i cambiamenti climatici grazie al ricorso alla tecnologia, con la quale sostenere dei percorsi di resilienza nei villaggi.

Durante il webinar molti interventi si sono concentrati sulle discriminazioni razziali accentuatesi in tempo di pandemia; ricorrente è stato l’invito a rinnovare la condanna del razzismo e di ogni forma di violenza, sottolineando l’importanza di radicare e rafforzare la giustizia con il rispetto dei diritti umani. Tra i numerosi temi affrontati, una particolare attenzione è stata dedicata al ruolo della Chiesa nella giustizia climatica; ci si è interrogati su cosa i cristiani sono chiamati a fare nel presente per andare oltre la prospettiva di riadattare l’esistente, con progetti che cerchino di dare risposte contingenti, determinate dalle tante emergenze.

Per l’Ecumenical Advocacy Days si deve vincere la tentazione della denuncia fine a se stessa perché i cristiani hanno l’obbligo morale di farsi carico della promozione di un radicale ripensamento delle dinamiche economiche che non si prendono cura del creato; in una prospettiva ecumenica, che si deve alimentare anche della recezione dell’enciclica Laudato si’ aprendosi a collaborazioni interreligiose, i cristiani devono essere protagonisti nella ricerca di soluzioni alle devastazioni materiali e spirituali che sconvolgono tanti luoghi nel mondo. Nel corso dei tre giorni, conclusi con la redazione di una serie di istanze da sottoporre a senatori e deputati degli Stati Uniti, secondo una tradizione ormai consolidata, è stato ricordato quanto essenziale per l’Ead sia il pregare insieme: l’orazione costituisce infatti la fonte da cui partire per condividere il patrimonio biblico che deve guidare la definizione delle proposte per affermare la giustizia climatica di fronte all’indiscriminato sfruttamento delle risorse.

di Riccardo Burigana