VIA CRUCIS
Sguardi che si in-Crociano negli ambienti di un ospedale

Lo sguardo di don Marco

Marko Ivan Rupnik, Via Crucis Mengore - Slovenia
30 marzo 2021

XIII stazione Gesù è deposto dalla croce


Venuta la sera giunse un uomo ricco di Arimatea, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. (Mt 27, 57-58)

Il mio tempo in ospedale non si conta con gli anni. Si conta piuttosto con migliaia di incontri, di sguardi, di abbracci e preghiere. Si conta nella gioia dei giovani che diventano genitori. Si conta nella bellezza di chi vive il lavoro come servizio. Si conta su Gabriele e Annarita, che presto saranno sposi; sul perdono dato a Matteo; sui confronti-scontri con il direttore; sull’impegno dei volontari; sulla umanità dei dottori, sulle confidenze di Alberto che scrive ai suoi figli, offrendo se stesso per la pace in famiglia.

Ed anche se sono in camera mortuaria, davanti al corpo di un ragazzo, io conto i giorni nella pienezza di vita che ha lasciato e che ora, di certo, fiorisce in Paradiso.

Gesù è deposto dalla croce nel silenzio del mondo. Dopo il grido della morte tutto tace, anche la Madre. Come ora tace questa madre, Giovanna, accanto al suo giovane figlio.

A sera depongo anch’io il mio servizio ai piedi della croce. Mi raccolgo in cappella e leggo le parole scritte in questo giorno, nel quaderno in fondo, rivolte a Dio, a Maria, ma anche ai cari che sono morti qui. E rimango commosso dalle parole di Chiara che scrive: «Nonnina adorata, ora che sei lassù, prenditi cura di noi, ma sta anche accanto a Patrizio, che entrato lì poche ore prima di te».

E poi, nella riga sotto trovo un’altra preghiera: «Grazie, Maria: oggi è nato Alessandro!».

Dio, Padre onnipotente, che ci hai donato il tuo Figlio come prezzo della nostra salvezza, fa’ che vivendo in comunione con le sue sofferenze, partecipiamo un giorno alla gloria della sua risurrezione. Egli è Dio e vive e regna nei secoli dei secoli.

Paolo Ricciardi
vescovo ausiliare di Roma


I versi di Daniele Mencarelli