Covax, senza solidarietà
il mondo rischia di fallire

L’area del cimitero di Valle de Chalco in Messico riservata alle vittime del covid-19 (Alfredo Estrella/Afp))
27 marzo 2021

L’Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato ieri un appello a donare dieci milioni di vaccini al sistema Covax, per aiutare i Paesi poveri nella lotta contro la pandemia covid. «Non è molto ma almeno è un inizio», ha detto il capo dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus.

La sostanza è che il programma Covax non decolla, smascherando di fatto l’ipocrisia delle buone intenzioni, dei proclami sul vaccino “bene pubblico mondiale”, bloccati di fatto dalla difesa dei brevetti. I Paesi ricchi sono davanti a un bivio: seguire la strada dell’egoismo — quella del “prima i nostri” — o quella della solidarietà con chi ha meno risorse. La prima rischia alla lunga di essere, oltre che moralmente discutibile, controproducente perché fallimentare dal punto di vista sanitario. Lasciare la gran parte della popolazione non vaccinata in un mondo globalizzato significa lasciare ampio spazio alla circolazione del virus e alle sue varianti, sempre più aggressive.

La seconda strada appare di gran lunga la più lungimirante, perché mai come in questa circostanza ci si salva insieme, o non ci si salva. Per questo era apparsa insensata la decisione, qualche giorno fa, dell’Organizzazione mondiale del commercio di respingere, su spinta dei Paesi ricchi, la proposta di sospensione dei brevetti sui vaccini per renderli accessibili a tutti. E ciò nonostante il numero delle vittime continui a crescere, soprattutto in alcuni Paesi. La stessa India, che si era fatta promotrice della proposta insieme con il Sud Africa, smentendo la notizia del blocco delle esportazioni, ha fatto sapere che continuerà a fornire vaccini “in modo calibrato”, ovvero tenendo prioritariamente conto delle esigenze interne (come del resto avviene in Europa e negli Stati Uniti), visto che nel Paese i contagi sono in costante crescita. Il problema sta nel fatto che i vaccini AstraZeneca prodotti in India costituiscono la gran parte delle dosi destinate a Covax. Un rallentamento nelle forniture recherebbe comunque un danno alla campagna.

In questo quadro fa sperare la notizia che giunge dagli Usa, dove le vaccinazioni proseguono a ritmi elevatissimi. La Casa Bianca starebbe infatti valutando se revocare lo scudo di protezione dei vaccini anti-covid prodotti nel Paese, realizzato a difesa del diritto di proprietà intellettuale. Se fosse, la decisione permetterebbe quel salto tanto auspicato verso un’equa distribuzione dei vaccini.

di Gaetano Vallini